In Mali una “crisi senza precedenti” secondo il presidente dell’Alto consiglio islamico

di claudia

di Andrea Spinelli Barrile

Il presidente dell’Alto consiglio islamico (Hcim) del Mali, Cheick Chérif Ousmane Madani Haidara, ha deplorato la situazione della sicurezza nel Paese e ha invitato i religiosi di tutto il Mali “a dire la verità” alla giunta militare al potere, parlando di “crisi senza precedenti”.

Haidara, figura molto rispettata e ascoltata in Mali, ha rotto un lungo silenzio con un video registrato il 15 dicembre e da allora diffuso sui social network, precisando di non voler incitare alla protesta ma invitando alla preghiera e chiedendo ai leader religiosi di tutto il Paese “di dare consigli e di dire la verità alle autorità se sono sulla strada sbagliata”. Lo riportano i media locali.

Cheick Chérif Ousmane Madani Haidara ha annunciato anche un incontro, senza precisare una data, per riunire religiosi, politici e società civile al fine di definire proposte per una via d’uscita dalla crisi: “Il Paese è in una situazione difficile, ma abbiamo deciso di incontrare tutti gli attori della società civile, la classe politica così come tutti i dirigenti e gli impiegati dello Stato, per formulare raccomandazioni per uscire dalla crisi. Come cittadini, dobbiamo contribuire alla costruzione del Paese. Le nostre raccomandazioni saranno inoltrate alle autorità”.

Dal colpo di Stato militare dell’agosto 2020, Cheick Chérif Ousmane Madani Haidara ha regolarmente garantito il proprio sostegno alla transizione, come quello di tutto l’Alto consiglio islamico del Mali. Lo scorso settembre, l’Hcim ha persino organizzato un forum che riuniva rappresentanti religiosi dell’intera sub-regione, sotto l’alto patrocinio del presidente della transizione, il colonnello Assimi Goïta. Tuttavia, i rapporti dell’Hcim con i leader della transizione sono spesso tesi e su posizioni molto diverse.

Cheick Chérif Ousmane Madani Haidara

In linea con questo clima di instabilità in cui è immerso il Paese sono le ultime notizie di cronaca, che vedono l’uccisione di due caschi blu appartenenti alla Missione di stabilizzazione integrata multidimensionale delle Nazioni Unite in Mali (Minusma) e il ferimento di altri quattro, in seguito ad un attacco avvenuto nel fine-settimana contro una pattuglia della Polizia delle Nazioni Unite (Unpol) a Timbuktu, nel nord del Paese. Lo si apprende da una nota del capo della Minusma, El-Ghassim Wane.

“Il 16 dicembre, uomini armati non identificati hanno aperto il fuoco su una pattuglia della polizia delle Nazioni Unite (Unpol) a Timbuktu. L’attacco ha provocato la morte di due caschi blu, tra cui una donna. Altri quattro caschi blu sono rimasti feriti, uno dei quali gravemente”, si legge nella nota, in cui si precisa che “è stato neutralizzato un aggressore e recuperato materiale. Una forza di reazione rapida della Minusma è stata immediatamente inviata sul posto per mettere in sicurezza l’area”.

La Minusma conta più di 15.000 uomini di diverse nazionalità, tra cui 12.261 soldati e 1.718 poliziotti, schierati in Mali dall’inizio degli attacchi dei gruppi armati nel 2012. Il 29 giugno il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite ha prorogato di un anno il mandato della Missione multidimensionale per la stabilizzazione del Mali, con 13 voti a favore, due astenuti e nessun contrario. 

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