Forse in Marocco è iniziata una rivoluzione. Perché, come si sa, le rivoluzioni iniziano sempre con atti, magari anche piccoli, che rompono con le abitudini consolidate. Da qualche giorno sull’autostrada che da Marrakech porta a Casablanca i cartelli non sono più in arabo, ma in tifinagh, l’antica lingua dei tamazigh (i berberi), diffusa in Marocco e, a macchia, un po’ in tutto il Maghreb. Secondo quanto riporta l’agenzia Ansa, all’altezza dell’uscita Berrechid-Khouribga-Beni Mellal sono sparite le doppie scritte in francese che accompagnano i viaggiatori lungo tutto il tracciato autostradale e quelle arabe.
La decisione di usare la lingua tifinagh per la cartellonistica non può che essere applaudita dalla minoranza marocchina che rivendica con orgoglio le proprie radici berbere. In Marocco i berberi rappresentano circa il 40% della popolazione. Per lungo tempo questa minoranza non è stata riconosciuta perché la monarchia preferiva identificare il Paese come arabo. La nuova Costituzione approvata nel 2011 ha però introdotto il berbero come lingua ufficiale a fianco dell’arabo. Il cambiamento della cartellonistica è uno dei primi segnali dei cambiamenti in atto.
I berberi però non sono presenti solo in Marocco, ma in tutto il Nord Africa. Comunità consistenti vivono in Algeria (cabili), Libia, Mali, Niger, Tunisia e anche in Egitto. Si stima che siano 14 milioni i berberi africani che comunicano con l’alfabeto tamazigh, una lingua che gli studiosi riferiscono allo pseudo alfabeto dei fenici e che oggi si divide a sua volta in molti dialetti.
In Marocco ora rimane un problema: come faranno i turisti che non parlano tifinagh a prendere l’uscita giusta dell’autostrada?