Medici senza frontiere ha lanciato l’allarme sulle ricorrenti ondate di morbillo in Repubblica Democratica del Congo dove nel 2022 sono stati registrati più di 148.600 casi e 1.800 decessi, secondo i dati dell’organizzazione medica.
“Abbiamo cinque squadre di emergenza mobilitate quasi permanentemente per rispondere ai vari focolai di morbillo nel Paese. Ma non appena spegniamo un incendio qui, si riaccende dall’altra parte. Nel 2022, abbiamo effettuato 45 interventi di emergenza legati al morbillo; si tratta di più di tre quarti della nostra risposta di emergenza nella Rdc”, ha detto il dottor Louis Massing, referente medico di Msf nel Paese.
In Rdc, tra il 2018 e il 2020, si è verificata la più grande epidemia di morbillo mai documentata, con quasi 460.000 bambini che hanno contratto la malattia e 8.000 morti.
Msf chiede quindi “investimenti massicci”, per l’immunizzazione di routine, la sorveglianza e le campagne di recupero. “La lotta contro il morbillo è come una catena intorno al virus: se si rompe un anello, il virus può sfuggire”, spiega il dottor Massing.
“In primo luogo, il Paese deve assicurarsi che siano disponibili quantità sufficienti di vaccini per evitare che le scorte nelle strutture sanitarie siano esaurite. Poi bisogna assicurarsi che i vaccini vengano consegnati alle strutture e che queste dispongano di una catena del freddo efficiente per garantire che i vaccini siano conservati in buone condizioni. È inoltre necessario garantire che ci sia personale in loco per vaccinare i bambini durante le visite e che le famiglie abbiano i mezzi per partecipare. Infine, sono necessarie regolari campagne di recupero per proteggere i bambini che cadono nel dimenticatoio. Data la virulenza del morbillo, non ci possono essere anelli deboli”, ha aggiunto.