In Sud Sudan le donne “danno un calcio” alle barriere di genere

di claudia

Giocare a calcio per le giovani donne in Sud Sudan non è un’impresa facile. Il più giovane stato al mondo, nato solo nel 2011, vanta una serie di tristi primati: è ultimo in classifica nell’Indice di sviluppo umano con l’83% della popolazione che vive sotto la soglia di povertà, con uno sviluppo umano tra i più bassi (il 94 per cento della popolazione vive nei villaggi). Ma, di recente, sempre più ragazze si stanno avvicinando a questo sport, rivendicando le proprie passioni e sfidando le norme di genere.

Una di loro è Filda Bandas, una delle poche calciatrici sud sudanesi, nota anche per essere l’unica giocatrice mancina a livello nazionale. Con le sue compagne della squadra Yei Joint Stars, ultimamente è balzata agli onori della cronaca locale per la sua partecipazione a una partita di calcio femminile, organizzata dalla Missione delle Nazioni Unite in Sud Sudan. Lo riporta Africanews a cui l’atleta ha raccontato la sua storia.

Filda Bandas

Addetta alla stazione di servizio di giorno per mantenere suo figlio e la sua famiglia, la calciatrice si allena ogni volta che può per portare avanti la sua passione. Giocare a calcio è una forma di riscatto per le donne di Yei e della più ampia regione dell’Equatoria occidentale che per anni hanno sopportato il conflitto, perdendo la casa e i propri cari. Piano piano la vita sta tornando, con i sogni e le opportunità.

Filda con il suo impegno quotidiano vuole essere d’esempio per le ragazze sud sudanesi che sognano di diventare calciatrici in un Paese dove le norme di genere e culturali definiscono il calcio come una disciplina prettamente maschile.

La calciatrice incoraggia i genitori a sostenere le loro figlie nel giocare a calcio nonostante la tradizionale resistenza culturale, mostrando le difficoltà del conciliare lavoro, sport e maternità, senza però rinunciarci.

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