Un pezzo di Africa si è salvato nel rogo della cattedrale parigina di Notre-Dame. L’Etiopia ha confermato che una croce che Hailè Selassiè, ultimo negus, aveva donato alla Francia nel 1954, è tra gli arredi sacri sopravvissuti all’incendio.
Emmanuel Besnier, vicecapo dell’ambasciata di Francia in Etiopia, ha confermato su Twitter che la croce non è andata in fiamme ed è stata trasferita nel Museo del Louvre: «Ora possiamo confermare, con grande sollievo, che la croce di Etiopia offerta alla cattedrale di Notre-Dame nel 1954 da Hailè Selassiè è stata risparmiata dal fuoco ed è ora al sicuro».
L’Ambasciata d’Etiopia in Francia, a sua volta, ha ringraziato per il salvataggio del prezioso manufatto: «La Santa Croce offerta nel 1954 da sua maestà imperiale, l’Imperatore Hailè Selassié I, a Notre-Dame, è stata salvata e ora è al sicuro nel Museo del Louvre. La nostra gratitudine va ai coraggiosi vigili del fuoco di Parigi che hanno salvato tanti tesori della cattedrale».
Sebbene ufficialmente non si sappia chi ha tratto in salvo la croce, si ritiene che sia stata portata via da alcuni vigili del fuoco che lavoravano allo spegnimento delle fiamme. La croce in stile etiopico era stata inserita in una collezione di oggetti sacri preziosi. Tra questi, la corona di spine che si ritiene Gesù Cristo indossasse durante la sua crocifissione, una parte della croce sulla quale Cristo fu crocifisso, la tunica di san Luigi. Alcuni contenuti della cattedrale erano stati evacuati da una catena umana di dipendenti municipali, funzionari pubblici e squadre di pronto intervento, altri erano stati protetti dal contatto diretto con il fuoco. Alcuni non sono stati recuperati e non si sa in quale stato siano. Un numero significativo delle reliquie importanti era stato rimosso prima dell’inizio dei lavori di ristrutturazione della cattedrale.
L’incendio di Notre-Dame ha suscitato grande commozione in Africa. Una mezza dozzina di leader africani e numerosi tra vescovi e cardinali hanno inviato parole di vicinanza dopo l’incidente.