Internet aiuta la democrazia? A Dakar ne parlano i Webactivists

di Enrico Casale
web e democrazia

web e democraziaFinora non si erano mai visti in volto e neppure stretti la mano. Bastava contattarsi via Web. Ma, anche per i blogger e gli attivisti politici via Web conoscersi di persona può essere un valore importante. Così, grazie all’iniziativa di Cheikh Fall, un informatico senegalese, 150 webactivists si sono dati appuntamento a Dakar (Senegal) il 26 novembre per un incontro che durerà fino a sabato 28 novembre.

Sono accorsi da 35 Paesi africani (dal Sudafrica all’Algeria, attraverso i due Congo, Kenia, Togo, Burkina Faso o Costa d’Avorio), ma anche dall’Europa e dagli Stati Uniti. Discutono delle questioni tecniche, ma anche degli ideali che li uniscono: l’impegno dei cittadini nella società, la democrazia partecipativa, la trasparenza, il buon governo e il flusso di informazioni.

Nell’ambito della riunione è stata lanciata la piattaforma comune www.africtivistes.org, per creare una sinergia nelle azioni di impegno civile. «Stiamo anche cercando – spiega Fall – di stabilire un legame tra le istituzioni pubbliche e la società civile. Vogliamo far loro capire che non siamo avversari, ma partner». In alcuni Paesi del continente, però, le autorità non vedono ancora di buon occhio la nascita di questi movimenti pro-democrazia via Web. A metà marzo, attivisti di tre collettivi pro democrazia sono stati accusati dal Governo di Kinshasa di attentato alla sicurezza dello Stato e sono stati arrestati. Alcuni sono stati rilasciati, ma Fred Bauma e Yves Makwambala sono ancora detenuti nell’inferno di Makala, il carcere di Kinshasa, nonostante i numerosi appelli per la loro liberazione.

Oggi è previsto che il cantautore Youssou Ndour, che ha lodato l’iniziativa, parli agli attivisti Web.

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