di Claudia Volonterio
Il turista sembra proprio incapace di visitare il mondo, anche le zone più isolate, senza avere con sé il suo smartphone perennemente connesso a internet. In tempo reale vuole condividere immagini e video tramite i social. Anche nelle savane dell’Africa o in cima al più alto monte del continente. Un’iperconnessione che alla lunga rischia di diventare nociva per la salute
Oggi chi vive l’esperienza di un safari esige dal tour operator di muoversi con auto dotate di wifi: è in assoluto il servizio più richiesto. Lo scatto del leone o dell’elefante deve essere condiviso istantaneamente tramite Instagram, Facebook o Tiktok.
E proprio su quest’onda dalla Tanzania giunge ora una notizia eloquente: la decisione della Tanzania Telecommunications Corporation di installare in uno dei luoghi più iconici del continente, il Kilimangiaro, la connessione a banda larga. La montagna più alta dell’Africa, scalata dagli appassionati di alpinismo che vi giungono da ogni parte del mondo è ora connessa, per il momento solo nell’area delle Horombo Huts, un rifugio a 3.720 metri di quota. L’obbiettivo è arrivare entro la fine del 2022 in vetta al Kilimangiaro, dunque a 5.895 metri sul livello del mare.
Se tra gli aspetti positivi emerge la possibilità di comunicare in maniera tempestiva in caso di emergenza, pesano e fanno riflettere le motivazioni legate a ben altro, ovvero all’urgenza di assecondare una connettività perenne, a favore di una sorta di “turismo istantaneo” dove una foto, un video con lo smartphone acquista un valore se condiviso immediatamente con il “proprio pubblico”.
Nape Nnauye, ministro dell’Informazione, della comunicazione e della tecnologia dell’informazione all’indomani dalla prima installazione ha twittato: “I turisti ora possono comunicare in tutto il mondo dalla vetta del Kilimangiaro”, motivando la sua decisione a fronte della pericolosità di scalare la vetta senza servizio internet. Dietro al bisogno di comunicare per necessità si cela però un bonus aggiuntivo per gli scalatori che ora potranno condividere selfie dalla pista e i loro amici e conoscenti potranno seguire il loro viaggio in tempo reale.
Limitare a quasi zero i luoghi dove si può stare senza essere contemporaneamente da un’altra parte è spia di un tentativo di far fronte a un problema che gli esperti chiamano Fear of Missing Out, letteralmente “paura di rimanere tagliati fuori”. I social media permettono in tempo lampo di tamponare (senza risolverlo) questo disagio, offrendo all’utente la possibilità di essere reperibile h24 e rimanere costantemente informato e partecipante di quanto accade all’esterno.