Israele – Nelle sale un film critico sul raid di Entebbe

di Enrico Casale
7 days in entebbe

È uscito a Pasqua in Israele un film che ricostruisce, in modo critico, il raid israeliano di Entebbe (Uganda) del 1976. Nell’operazione militare vennero liberati gli ostaggi israeliani trattenuti da terroristi tedeschi e palestinesi dopo aver dirottato un aereo di linea francese e morì Yoni Netanyahu, fratello dell’attuale premier Benyamin.

«7 Days in Entebbe» di Josè Padilha, basato su un libro del 2015 dello storico inglese Saul David, è destinato però a suscitare polemiche visto che ridimensiona proprio la figura di Yoni Netanyahu, unico ufficiale israeliano morto durante l’operazione e considerato un eroe.

«La mia ricerca – ha detto David al quotidiano israeliano “Haaretz” – mostra chiaramente che che Yoni Netanyahu non fu una figura centrale nella programmazione dell’operazione. Si unì in una fase finale dopo che le decisioni maggiori erano state prese». Non solo, ma per David, Yoni commise anche un «errore fatale» che avrebbe potuto condurre «a un disastro» e compromettere l’intera azione: quello di sparare a un soldato ugandese, allertando i terroristi, contravvenendo agli ordini di Moshe ‘Muki’ Betzer, comandante del raid. «Non sappiamo, e mai lo sapremo, cosa lo spinse – ha aggiunto David – a prendere quella decisione. Non voglio dire che Yoni non sia stato un eroe. Era un bravo combattente che aveva condotto molte operazioni prima di quella. Ma è stato anche il fattore chiave nel quasi causare il completo fallimento dell’Operazione Entebbe».

Il successo dell’operazione e la morte di Yoni Netanyahu, ebbero come conseguenza la decisione di Benyamin di entrare in politica come ha ammesso lo stesso attuale premier. «Questa famosa operazione – ha concluso David – gli fu molto utile. Suo fratello era diventato un martire».

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