Una «nave della società civile», tutta italiana e finanziata con il crowfunding, per recuperare i migranti in pericolo nel Mediterraneo. È il progetto di ResQ-People Saving People, l’associazione si è presentata nei giorni scorsi a Milano. L’obiettivo è salvare vite umane perché, come ha affermato l’ex pm del pool di Mani Pulite e presidente onorario della stessa associazione, Gherardo Colombo: «chi rischia di annegare e morire in mare va sempre salvato».
Un proposito che, sottolinea, risponde ai dettami della Costituzione: «Anche per questo quando si è trattato di cominciare questo percorso ho detto sì – ha spiegato l’ex magistrato a Il fatto quotidiano -. Mi sono chiesto: ma se io stessi annegando, mi piacerebbe che qualcuno venisse a salvarmi? Certo, quindi mi sembra che sia mio compito cercare di aiutare gli altri».
ResQ-People Saving People è una Onlus della quale attualmente fanno parte 130 persone (ma l’obiettivo è raggiungere i mille iscritti). A essa sarà affiancata un’associazione di amici e sostenitori che sosterranno il progetto di ResQ. La prima mossa sarà l’acquisto di un’imbarcazione. «Abbiamo individuato un rimorchiatore d’altura che potrebbe fare al caso nostro – ha detto ad Africa Rivista, Luciano Scalettari, giornalista e presidente di ResQ -. Si tratta di una nave di circa 40 metri con dieci persone di equipaggio per il funzionamento, e nove tra medici e infermieri, soccorritori, mediatori giornalisti e fotografi. Due gommoni veloci invece, assicureranno gli avvicinamenti alle imbarcazioni in difficoltà e il salvataggio dei passeggeri».
I finanziamenti da reperire saranno onerosi. Perché, come ha spiegato Lia Manzella, progettista e membro del direttivo, il progetto – su 18 mesi – richiederà un costo complessivo di due milioni e mezzo di euro. Secondo le stime, serviranno 700mila euro per l’acquisto della nave e per l’equipaggiamento per le attività di soccorso in mare, altri 800mila euro per la copertura dei costi dell’equipaggio, poi altri 700mila euro tra carburanti e farmaci. ResQ è già in contatto, si è spiegato durante la presentazione online dell’associazione, con diversi donatori e soci.
«Ci piacerebbe essere operativi già alla fine di quest’anno – continua Scalettari -, più realisticamente saremo in grado di metterci in mare il prossimo anno e speriamo di poter operare per tutto il 2021. Tutto dipenderà dal sostegno che ci verrà fornito. Intorno a noi però vediamo tanto entusiasmo».
Sul nodo delle multe alle Ong (che, secondo le bozze di accordo sulle modifiche ai Decreti sicurezza, sarebbero mantenute, seppur in forma ridotta rispetto a quelle milionarie volute da Salvini durante il governo giallo verde), Colombo invece ha commentato: «Tutto il resto viene dopo. Non nego che ci siano problemi, ma prima di tutto bisogna pensare a salvare».
(Enrico Casale)