È morto ieri, 2 maggio 2017, a 86 anni Valentino Parlato, giornalista, politico e storico direttore del quotidiano «il Manifesto». Nacque nel 1931 a Tripoli. Espulso dalla Libia per la sua militanza comunista, si trasferisce a Roma dove lavora per L’Unità, scalando le gerarchie del Pci, fino a divenire membro del Comitato centrale. Nel 1969 viene espulso dal partito comunista ed è tra i fondatori de il manifesto di cui è stato, a più riprese, direttore. Ha curato, tra le altre, l’edizione di opere di Adam Smith, Lenin, Antonio Gramsci e Gheddafi. Famiglia siciliana, di Favara, nell’Agrigentino. Il padre funzionario del fisco fu mandato in Libia a tener di conto. Iscritto al Partito comunista libico, nel 1951 fu espulso dal Protettorato britannico: «Ero studente in Legge: se fossi sfuggito a questa prima ondata sarei diventato un avvocato tripolino e quando Gheddafi m’avrebbe cacciato, nel 1969, insieme a tutti gli altri, mi sarei ritrovato in Italia, a quasi cinquant’anni, senz’arte né parte. Sarei finito a fare l’avvocaticchio per una compagnia d’assicurazione ad Agrigento, a Catania. Un incubo. L’ho veramente scampata bella».
(03/05/2017 Fonte: Le Formiche)
Italia – È morto Valentino Parlato, il comunista che veniva dalla Libia
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