La Bbc parla di lui come del “Burundian Marvin Gaye”. Il delirio di un giornalista britannico che ha bevuto troppa birra? Basta ascoltare le tracce del suo album per capire che J.P. Bimeni (cittadino londinese originario del Burundi) e i suoi Black Belts meritano l’ondata di critiche positive per il loro album di debutto sta riscuotendo tra tutti coloro che sono orfani del soul afroamericano dei Sixties.
Ricordando i toni di Otis Redding e Marvin Gaye, ma pregno dell’anima del suo Paese d’origine, J.P. Bimeni regala canzoni che parlano d’amore e di sconfitta, di speranza e di paura, con una convinzione che deriva dalle straordinarie esperienze che la vita gli ha riservato.
(Claudio Agostoni)