Scrivo ad una certa distanza dai fatti. Per fatti intendo quelli di Somalia: uno spaventoso attentato che ha fatto quasi 400 morti ed ha praticamente raso al suolo un trafficato incrocio e una replica, qualche giorno dopo, davanti ad un hotel, il Nasa Hablod, vicino alla palazzo della presidenza. I terroristi per entrarvi hanno fatto esplodere due autobombe in strada e poi vi si sono asserragliati dentro per dodici ore: una trentina di morti, altrettanti feriti.
È evidente che si tratta di terrorismo (il secondo attentato è stato rivendicato dai miliziani al Shabaab che sono una emanazione di al Qaeda). È anche evidente che l’obiettivo era far fuori più civili possibile. Ci sono riusciti. Soprattutto nel primo attentato sono morti decine di poveri venditori ambulanti, quelli che affollano le strade di molte città africane, e poi gente comune, ragazzini, donne con le loro mercanzie sul capo, giovani in motorino.
Se fosse accaduto a Parigi, a Berlino, a Londra il mondo si sarebbe indignato. Forse alcuni monumenti si sarebbero illuminati con i colori della bandiera del paese colpito, quasi sicuramente la notizia avrebbe occupato i giornali per alcuni giorni. Certamente qualcuno avrebbe utilizzato lo slogan “Je Suis…Londra, Berlino, Parigi…” come accadde per l’attacco terroristico al settimanale satirico francese Charlie Hebdo che fece diventare tutti “Je suis Charlie”.
È banale, anche un po’ scontato constatare che evidentemente le vite umane hanno un valore diverso a secondo della latitudine. Se non fosse così in molti in Europa avremmo pronunciato “Je suis Mogadiscio”. Ma non è avvenuto. Eppure il terrorismo è terrorismo, in Somalia come in Francia.
Sarà banale e scontato chiedere che gli abitanti di Mogadiscio siano trattati come i cittadini di Parigi. E sarà ingenuo sperare che possa accadere. Ma se non avverrà non dovremo poi stupirci che il fossato, che le differenze tra noi e i somali ingigantiscano e finiscano magari per alimentare quel terrorismo che colpisce l’Europa, come l’Africa e il Medio Oriente. Parigi, Londra, Berlino come Mogadiscio…
(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)