di Valentina Giulia Milani
“I rapporti, tramite il fenomeno migratorio, tra Africa ed Europa, tra bianchi e neri, rischiano di essere di nuovo imprigionati in quella ‘biblioteca coloniale’ che si è cercato di decodificare e decostruire per decenni”. A riflettere sulle sfide imposte dall’attualità alla rilettura della storia è Jean Leonard Touadi, giornalista e docente di Geografia dello Sviluppo in Africa all’Università Sapienza di Roma, che con InfoAfrica/Africa Rivista riflette sulle scorie della storia e sull “l’interiorizzazione dell’inferiorizzazione” nell’inconscio collettivo degli africani.
Secondo il docente, per evitare di ricadere in dinamiche proprie dell’epoca pre coloniale, sono necessari due ingredienti, ossia verità e riconciliazione: “è necessario guardare in faccia la verità della storia in tutte le sue brutture perché solo guardando la verità della storia possiamo avere una vera riconciliazione”, afferma il docente sottolineando tuttavia che bisogna essere consapevoli del fatto che “le scorie della storia hanno bisogno di tempo per decantare”.
Per questo motivo, “dobbiamo tutti impegnarci in un percorso di rilettura storica in contesti interculturali”, spiega Touadi mettendo in luce l’”urgente bisogno di una storia, a scuola e in Università, in grado di decodificare il passato per ricodificare relazioni diverse tra Africa ed Europa”.
Ricordando il concetto di negritudine, che lo studioso sviluppa nel moderno “tigritudine”, Touadi afferma che “da parte degli africani sento il bisogno urgente di uscire dal veleno immobilizzatore della vittimizzazione e della dipendenza”.
La negritudine fu un movimento letterario, culturale e politico sviluppatosi nel XX secolo nelle colonie francofone e che coinvolse scrittori africani e afroamericani. Gli esponenti di questo movimento (fra cui Léopold Sédar Senghor, Léon-Gontran Damas, Aimé Césaire, e Guy Tirolien) si proponevano di affrancare i propri popoli dal complesso di inferiorità imposto dai colonizzatori attraverso l’orgogliosa rivendicazione delle qualità peculiari proprie dei neri, la loro “negritudine”.
In riferimento all’attualità e in linea con tali tematiche Touadi comprende il sentimento antifrancese che si sta manifestando in diversi Stati africani, però puntualizza: “mi sta bene combattere la Francafrique, mi sta bene combattere il franco Cfa e le basi militari straniere in Africa. Però una volta fatto questo, non si deve andare a cercare sostituti, come i russi, altrimenti si cade sempre nel medesimo sbaglio”.
Da qui il concetto della “tigritudine”: “è necessario porsi in un atteggiamento post coloniale, inteso come la tigre che non va in giro a proclamare la sua tigritudine, ma piuttosto salta sulla preda e la divora”, dice auspicando a “un’Africa che salta sulla preda, che non chiede la parità all’altro ma si pone alla pari”.
“Questa deve essere la postura post coloniale: da negritudine a tigritudine, costruendo di un universale”, conclude.