Kader Attia, classe 1970, figlio di immigrati algerini e cresciuto nella banlieu parigina, è un interprete acuto di doppie appartenenze. Considerato uno degli artisti più interessanti della sua generazione, acquista popolarità nel 2012, grazie a The Repair from Occident to Extra-Occidental Cultures, opera destabilizzante che accostava i volti mutilati di soldati della Grande Guerra ad antiche maschere africane, delineando due modi diversi di pensare e realizzare il processo di riparazione: come recupero dell’aspetto originale (secondo il modello occidentale) o occasione per creare qualcosa di nuovo.
Per Sacrifice and Harmony, la mostra che il MMK di Francoforte gli dedica fino al 14 agosto, Attia ha predisposto un nuovo gruppo di lavori, che sviluppano ulteriormente i concetti di riparazione e riappropriazione. Il focus, in questo caso, è sui riti sacrificali, che nascono per armonizzare l’ordine sociale delle comunità ma nel presente si sono trasformati in strumenti di una politica basata sulla paura e sulla divisione. Attia ha già esposto nelle principali sedi città europee e quest’anno ha partecipato alla Biennale di Marrakech e a Dakar’t.
Info: mmk-frankfurt.de
(Stefania Ragusa)