Il governo sudanese ha lanciato un piano in cinque punti per rilanciare l’economia, la pacificazione nazionale, la transizione democratica e le relazioni estere. Il piano, secondo quanto riporta il sito Sudan Tribune, è stato adottato nel corso di una riunione di tre giorni di tutti i membri del gabinetto per stabilire le priorità del governo formato l’8 febbraio dopo l’inclusione dei gruppi armati, firmatari dell’accordo di pace di Juba il 3 ottobre 2020.
Il ministro dell’Informazione e portavoce del governo Hamzah Balloul, sabato sera, ha letto un comunicato sulle risoluzioni del ritiro, caratterizzato da «un buon spirito di squadra per rafforzare le percezioni del governo di transizione per realizzare i compiti della gloriosa rivoluzione di dicembre». Ha aggiunto che le discussioni si sono basate sulle cinque priorità che il primo ministro Abdallah Hamdok aveva già discusso con tutti i partner della transizione dopo le consultazioni con ampi segmenti della società sudanese.
Transizione verso un sistema democratico
Khartoum ha deciso di procedere sulla strada della transizione verso un sistema democratico. Secondo quanto riporta il Sudan Tribune, questo processo verrà intensificato soprattutto dopo l’istituzione dell’Unitams (United Nations Integrated Transition Assistance Mission in Sudan), la missione Onu appositamente creata per sostenere gli sforzi del governo in questo senso.
A tal fine, l’esecutivo ha deciso di istituire tutte le commissioni di transizione e di avviare un processo globale sul piano giudiziario. Inoltre, il gabinetto ha deciso di preparare le elezioni come uno degli appuntamenti più importanti della transizione, dopo aver tenuto la Conferenza costituzionale e un censimento della popolazione. Fondamentale sarà anche l’approvazione di una legge elettorale e la creazione di una commissione che regolerà il processo di voto.
l processo di attuazione della pace include la protezione dei civili, la fornitura di servizi idrici, sanitari, elettricità, istruzione ai residenti delle aree colpite dalla guerra e incoraggia il rimpatrio volontario dei rifugiati e degli sfollati nei loro luoghi di origine.
Il governo ha anche deciso di riprendere i negoziati con il Movimento di liberazione del popolo sudanese-Nord guidato da Abdel Aziz al-Hilu e con il Movimento di liberazione del Sudan di Abdel Wahid al-Nur (Slm-Aw) per raggiungere una pace globale.
Questa strategia di pace si inserisce in un programma per rafforzare le forze armate nazionali unificato con militari professionisti e sostenuto da più efficienti servizi di intelligence e di polizia, l’istituzione dell’Agenzia per la sicurezza interna, il consolidamento delle forze di frontiera. Verrà anche dato vita a un programma di disarmo, smobilitazione e reintegrazione dei miliziani.
Più risorse per finanziare il processo di pace
Il processo di attuazione della pace include la protezione dei civili, la fornitura di servizi idrici, sanitari, elettricità, istruzione ai residenti delle aree colpite dalla guerra e incoraggia il rimpatrio volontario dei rifugiati e degli sfollati nei loro luoghi di origine.
Il governo ha anche deciso di riprendere i negoziati con il Movimento di liberazione del popolo sudanese-Nord guidato da Abdel Aziz al-Hilu e con il Movimento di liberazione del Sudan di Abdel Wahid al-Nur (Slm-Aw) per raggiungere una pace globale.
Questa strategia di pace si inserisce in un programma per rafforzare le forze armate nazionali unificato con militari professionisti e sostenuto da più efficienti servizi di intelligence e di polizia, l’istituzione dell’Agenzia per la sicurezza interna, il consolidamento delle forze di frontiera. Verrà anche dato vita a un programma di disarmo, smobilitazione e reintegrazione dei miliziani.
Sull’asse delle relazioni estere, il governo intende partecipare maggiormente ai forum internazionali e dare priorità alle relazioni con il Sud Sudan e con i Paesi confinanti. Inoltre, il governo ha deciso di disinnescare la crisi del confine con l’Etiopia, affermando al contempo la sovranità del Sudan sul suo territorio e garantendo la sua sicurezza idrica (con particolare riferimento alla vertenza della Grande diga del rinascimento).
La borsa dell’oro e altre nuove misure economiche
Il governo sudanese ha deciso di mettere un controllo sulle esportazioni di oro sotto la supervisione della Banca centrale del Sudan e di accelerare l’istituzione di una borsa dell’oro sudanese.Tra i vari provvedimenti anche la riabilitazione e lo sviluppo del porto di Port Sudan e delle ferrovie oltre al rilancio dell’industria mineraria, dei laboratori veterinari e dei macelli per garantire un aumento delle esportazioni di bestiame.
L’incontro ha anche deciso di localizzare l’industria farmaceutica per coprire il 60% dei bisogni locali, sostenere il programma di cure gratuite che includa farmaci per tutte le malattie croniche, l’assistenza sanitaria di base e le emergenze. Il governo ha infine dato la priorità al completamento dei progetti per l’elettricità e il petrolio, l’espansione orizzontale e verticale in caso di pioggia e agricoltura irrigua.
(Enrico Casale)