Keniani in cerca di un secondo passaporto

di Enrico Casale
st kitty e nevis passport

Il Covid-19 e le possibili violenze post elettorali preoccupano i keniani più ricchi. Così molti di essi hanno chiesto un secondo passaporto nelle esclusive nazioni insulari caraibiche di Dominica e St. Kitts e Nevis. Secondo la società di consulenza Henley&Partners negli ultimi dodici mesi, il Kenya ha conosciuto una impennata del 116% nelle richieste di informazioni sulle nuove cittadinanze. Ciò mostra un crescente interesse nel trovare una seconda casa o un «piano B» che aprirebbe loro opportunità di investimento, ma anche una via di fuga in caso di necessità.

«Gli investitori esperti si sono resi conto che la diversificazione è importante tanto per la pianificazione dello stile di vita quanto per la gestione patrimoniale – spiegano i consulenti -. Distribuendo le loro attività su una vasta gamma di mercati e giurisdizioni è più probabile che nel tempo si raccolgano rendimenti maggiori».

Alcuni ricchi keniani sborsano fino a 330 milioni di scellini (2,5 milioni di dollari) per ottenere il secondo passaporto. L’importo dipende dai requisiti del Paese, inclusi gli investimenti in immobili, turismo e altre attività commerciali per un periodo di tempo specificato, in cambio della cittadinanza. 

Ad esempio, un imprenditore con due figli (minori) ha speso 22 milioni di scellini (160.000 euro) per richiedere la cittadinanza a Saint Kitts o Nevis: 16,8 milioni di scellini (120.000 euro) vanno al governo e il resto per consulenza, due diligence e tasse sul passaporto.

Il Kenya ha iniziato a riconoscere la doppia cittadinanza dopo la promulgazione della Costituzione del 2010, consentendo ai ricchi di cercare la residenza in Paesi nei quali possono accedere a una migliore assistenza sanitaria, a scuole internazionali per i loro figli e possono condurre affari a livello globale.

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