Si ingrandisce ancora il porto di Lamu, in Kenya. Nonostante le limitazioni imposte dal lockdown, altri due moli sono stati completati, portando da tre a cinque gli approdi. Il porto è un progetto voluto e realizzato da Etiopia, Kenya, Sud Sudan. Si tratta di uno scalo strategico per tutti e tre i Paesi (in particolare il Sud Sudan che qui farebbe arrivare gli oleodotti, aggirando i vincoli imposti dal Sudan per utilizzare Port Sudan).
«Il primo ormeggio è pronto dall’anno scorso, ma al momento i progetti dei tre Paesi coinvolti non coincidono e ciò sta causando il ritardo dell’entrata in servizio», ha affermato Silvester Kasuku, direttore generale dell’Autorità per i trasporti dell’Etiopia (Lapsset) aggiungendo che la data della messa in servizio dell’intera infrastruttura rimane incerta.
La prima tranche di lavori – che ha portato alla realizzazione dei tre moli per navi portacontainer e merci sfuse – è stata interamente finanziata dal Kenya, che si è sobbarcato il costo di 48 milioni di dollari.
La costruzione del porto è iniziata nel 2016 con i lavori di dragaggio. Il governo di Nairobi dovrebbe nelle prossime settimane rendere pubbliche le gare d’appalto per la costruzione dei restanti 29 posti barca e altre infrastrutture, incluso la speciale zona economica. Ai finanziamenti parteciperanno sia aziende pubbliche sia aziende private.