Kenya | Cresce il porto di Lamu

di Enrico Casale
Lamu

Si ingrandisce ancora il porto di Lamu, in Kenya. Nonostante le limitazioni imposte dal lockdown, altri due moli sono stati completati, portando da tre a cinque gli approdi. Il porto è un progetto voluto e realizzato da Etiopia, Kenya, Sud Sudan. Si tratta di uno scalo strategico per tutti e tre i Paesi (in particolare il Sud Sudan che qui farebbe arrivare gli oleodotti, aggirando i vincoli imposti dal Sudan per utilizzare Port Sudan).

«Il primo ormeggio è pronto dall’anno scorso, ma al momento i progetti dei tre Paesi coinvolti non coincidono e ciò sta causando il ritardo dell’entrata in servizio», ha affermato Silvester Kasuku, direttore generale dell’Autorità per i trasporti dell’Etiopia (Lapsset) aggiungendo che la data della messa in servizio dell’intera infrastruttura rimane incerta.

La prima tranche di lavori – che ha portato alla realizzazione dei tre moli per navi portacontainer e merci sfuse – è stata interamente finanziata dal Kenya, che si è sobbarcato il costo di 48 milioni di dollari.

La costruzione del porto è iniziata nel 2016 con i lavori di dragaggio. Il governo di Nairobi dovrebbe nelle prossime settimane rendere pubbliche le gare d’appalto per la costruzione dei restanti 29 posti barca e altre infrastrutture, incluso la speciale zona economica. Ai finanziamenti parteciperanno sia aziende pubbliche sia aziende private.

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