Kenya, dopo le proteste del 2024 ora tutti corteggiano la GenZ

di claudia

di Andrea Spinelli Barrile

Dopo le ingenti proteste dell’anno scorso, che hanno visto protagonisti i giovani scendere in piazza contro il governo, oggi i politici del Kenya, in vista delle elezioni del 2027, stanno cercando di ammaliare e attrarre i voti di chi, fino a ieri, li contestava.

Undici milioni di voti: sono quelli che i politici keniani si stanno contendendo per le elezioni del 2027, quando la popolazione degli aventi diritto al voto del Kenya crescerà appunto di 11 milioni di persone, giovani tra i 19 e i 29 anni. Persone che, nell’estate del 2024, sono scese in piazza per protestare contro la legge finanziaria, la cosiddetta GenZ.

Una generazione che oggi sta resistendo alla fascinazione della politica, ai cori delle sirene elettorali di quei politici in cerca di voti: nelle scorse settimane uno dei volti più noti della protesta dell’estate scorsa, Kasmuel “Kaskazini” McOure, si è fatto fotografare mentre stringe la mano all’ex-presidente Raila Odinga nella sua presidenza, oggi all’opposizione e tra i favoriti per la carica di Commissario dell’Unione africana, che si assegna proprio nel 2025. Non pago, proprio McOure nei giorni scorsi si è fatto vedere pubblicamente con Uasin Gishu, un politico di alto profilo, e soprattutto con il presidente, William Ruto, che lo stesso McOure ha contestato fino a nemmeno due mesi fa chiamandolo “Zakayo”, Zacchero, come l’esattore delle tasse della Bibbia.

Ma questo non è l’unico segnale che rivela come la politica del Kenya sta cercando, oggi, di ammaliare chi, ieri, li contestava. I partiti politici, tra cui United democratic alliance (Uda), Orange democratic movement (Odm) e Wiper party, stanno cercando sempre più contatto e coinvolgimento nella generazione Z: Odm e Uda hanno tenuto incontri pubblici per sensibilizzare i giovani a unirsi ai partiti ufficiali e a partecipare a tutte le attività, in quello che hanno descritto come “parte di un cambiamento positivo, dell’emancipazione dei giovani e della promozione di una crescita inclusiva”. Allo stesso modo, il leader del Wiper party, Kalonzo Musyoka, ha avviato attività politiche sulla Gen Z, sostenendo che il loro “immenso potenziale” dovrebbe essere sfruttato per cambiare il Paese.

Foto di LUIS TATO / AFP

Molti keniani della GenZ, come l’attivista Morara Kebaso, hanno espresso il proprio disappunto per il recente coinvolgimento di McOure nella politica mainstream ma altri, una massa incalcolabile ed enorme, non la pensano allo stesso modo: “Affinché il Kenya cresca, abbiamo bisogno di giovani progressisti che non insultino e denigrino altri leader, ma lavorino con loro per la stabilità e lo sviluppo del Paese” si legge in alcuni commenti su Facebook. “Il Kenya è la nostra madrepatria e nessuno dovrebbe essere attaccato per aver assunto posizioni di leadership per influenzare il cambiamento che vogliono vedere nel loro Paese” scrive un altro attivista su X.

Secondo l’analista politico Javas Bigambo, citato dal quotidiano The Standard, nessun partito, coalizione o leader politico che voglia lasciare un segno significativo alle elezioni del 2027 potrà ignorare gli elettori della generazione Z, non tanto nelle istanze quanto proprio nell’inclusione degli attivisti negli affari politici, nelle coalizioni e nel governo.

Foto di apertura: Afp

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