Il Kenya oggi festeggia il Madaraka Day rispettando le norme per contenere la pandemia di coronavirus. Cinquantasette anni fa, infatti, il 1 giugno del 1963, il governo ombra keniano, con Jomo Kenyatta presidente, si assunse la responsabilità (questo il significato della parola madaraka: impegno, responsabilità) di darsi le prime regole interne, forgiando il primo stralcio della Costituzione poi entrata in vigore il 12 dicembre dello stesso anno. Una ricorrenza importante: fu un primo passo verso l’indipendenza. Quello stesso giorno il famoso vessillo con lo scudo simbolo di chi aveva lottato per l’indipendenza su sfondo nero, rosso e verde è stato mostrato per la prima volta in pubblico.
Durante questa festa nazionale, banche e uffici pubblici restano chiusi e nel Paese si celebrano numerose feste ed eventi. Da sempre il Kenya festeggia questa ricorrenza con celebrazioni ufficiali in tutte le città e circoscrizioni, con sfilate delle varie forze dell’ordine, danze dei gruppi etnici, discorsi delle autorità ed altre attrazioni e sorprese. Quest’anno, nel rispetto delle direttive che il Governo ha emanato più di due mesi fa per fronteggiare e contenere la diffusione del virus Covid-19, il presidente Uhuru Kenyatta non ha allestito il consueto palco in Uhuru Park a Nairobi o allo stadio di Kasarani per il discorso alla nazione ma, come già annunciato alcuni giorni fa, ha tenuto un discorso virtuale trasmesso via etere e in streaming comprensibilmente incentrato sulla pandemia in corso: «Ce la faremo a superare questa sfida difficile così abbiamo superato altre sfide in passato», ha assicurato.