“Con le alghe si possono fare tante cose in cucina – racconta Mzungu ad Aics Nairobi – ma con i macchinari adatti si possono ricavare anche saponi”. Mkwiro è un piccolo e colorato villaggio di pescatori di circa mille abitanti sull’isola keniana di Wasini, non lontano dal confine con la Tanzania. Ed è anche in questo piccolo villaggio che è intervenuta l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) attraverso “Go Blue”, un’iniziativa finanziata dall’Unione Europea (cooperazione delegata) e realizzata sul campo da Aics con la collaborazione tecnica di Ciheam Bari.
La storia di Mzungu e delle altre donne di Mkwiro viene raccontata in un lungo articolo di Oltremare, il magazine della Cooperazione italiana, dedicato all’economia blu. Carlos Lopes, economista originario della Guinea Bissau in passato alla guida di Uneca e oggi alto rappresentante dell’Unione Africana per i negoziati con l’Europa, ha descritto molto bene le potenzialità del mondo blu africano, ovvero di un continente fatto di vasti laghi, fiumi e grandi oceani, con 38 dei suoi 54 Stati che hanno sbocco al mare, e alcune delle rotte commerciali più strategicamente rilevanti a livello mondiale che passano proprio al largo delle sue coste.
“In altre parole – ha scritto Lopes – abbiamo un’altra Africa sotto il mare”. La sfera marittima e acquatica è molto più di un semplice spazio economico; è una tessera essenziale del ricco mosaico geografico, sociale e culturale africano. Gli enormi vantaggi ricavabili dall’investire (o dal tornare a investire) nelle aree marine e acquatiche, secondo Lopes, potrebbero spostare l’ago della bilancia continentale da sfruttamento illegale e degrado verso un modello di sviluppo “azzurro” a beneficio dell’Africa di oggi e di domani.
L’economia blu africana, se ben gestita, può divenire una fonte primaria di benessere e spingere con forza le fortune del continente.
Questo è d’altra parte, sottolinea Oltremare, il tasto che vuole spingere Go Blue promuovendo lo sviluppo della filiera della pesca artigianale (ma anche quello della manioca) con interventi a sostegno delle organizzazioni comunitarie che gestiscono la pesca sul piano locale (le Beach Management Units, Bmu), dei piccoli pescatori e delle piccole e medie imprese. Azioni che si concretizzano con attività di formazione condotte da Ciheam Bari, la fornitura di attrezzature ed equipaggiamenti, la costruzione di infrastrutture per la pesca.