Kenya: giornalismo e graffiti per cambiare le periferie

di AFRICA

Nel 2013, dopo gli studi in Diritto internazionale a Bologna e alcune esperienze come giornalista freelance, Clarissa Maracci prende un aereo per Nairobi inseguendo l’ideale di un giornalismo a servizio della giustizia sociale. Si stabilisce a Kariobangi, periferia est della città, e lancia un blog con cui racconta storie di cambiamento dal basso. Dopo poche settimane scrive per Kass Weekly, un settimanale locale. Passano i mesi e viene contattata da Pawa254, network fondato dal fotogiornalista e attivista Boniface Mwangi. Nasce Sauti ya Mtaa (in kiswahili; cioè “Voce della strada”), un progetto per insegnare ai giovani a essere giornalisti “dal basso” promuovendo il dibattito su disuguaglianze e lotta alla corruzione. Contemporaneamente ingaggiano dozzine di street artist per realizzare graffiti a tema nelle periferie.

«Grazie a questo lavoro, ho vinto una borsa di studio per studiare giornalismo per sei mesi a New York. Rientrata a Nairobi, ho però trovato un’atmosfera molto diversa». Mwangi è candidato come indipendente alle presidenziali e il governo attua un giro di vite sulla partecipazione democratica. «In questa situazione, il rischio di occuparsi di giustizia sociale e diritti umani è veramente alto», sottolinea amareggiata Clarissa, 32 anni. «Al momento mi limito a scrivere per News Deeply, un magazine americano, e seguo la comunicazione di Rona Foundation, organizzazione locale che difende i diritti delle vedove. Penso che il Kenya, come tutto il continente africano, abbia enormi potenzialità. È una società giovane, dove c’è ancora tanto da fare. Malgrado i problemi, legati soprattutto alla cattiva amministrazione, c’è voglia di cambiare e di migliorare le cose. Giovani creativi e attivisti trasmettono un enorme entusiasmo». E nuova ispirazione. «Nei prossimi mesi vorrei scrivere un libro».

Pagina Facebook: Sauti Ya Mtaa

(Martino Ghielmi – vadoinafrica.com)

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