Kenya: gomme e resine, tesori nascosti delle regioni semiaride

di AFRICA
Tommaso Menini Kenya

«Mi piace definirmi un frontline entrepreneur, imprenditore attivo in zone di frontiera, attento ai bisogni delle comunità pastorali delle zone aride e semiaride dell’Africa orientale», racconta Tommaso Iser Menini, 37 anni. Ex cooperante (Tanzania, Karamoja in Uganda e infine Kenya), Tommaso ha fondato Agar (African Agency for Arid Resources), impresa specializzata nella raccolta, classificazione e commercializzazione di gomma arabica, resine e altre risorse naturali provenienti da queste regioni marginali.

Lavorando nelle ong «pativo il confronto con colleghi senza una forma mentis da settore privato e la scarsità di imprese attente alla società. Ho quindi preso la decisione drastica di diventare io stesso l’imprenditore che non riuscivo a trovare, fondando un’azienda attorno a principi di trasparenza, correttezza e soprattutto regolarità nel lavoro con le comunità».

Oltre al quartier generale di Nairobi, Agar ha sede a Isiolo e Marsabit, con una rete di oltre cento collettori sul territorio. Il progetto è di raddoppiare, anche in Samburu. «Si tratta di aree vastissime e complesse, anche dal punto di vista della sicurezza. Siccità cicliche, insicurezza alimentare e carenza di acqua e pascoli provocano frequenti conflitti – spiega –, ma niente è più gratificante di affiancare in modo concreto e visibile comunità che grazie al loro lavoro riescono a diversificare il reddito e mandare i figli a scuola».

L’obiettivo è creare valore aggiunto trasformando le resine in oli essenziali, ma anche aprire nuovi canali commerciali all’ingrosso. Prodotto prioritario, la gomma arabica, di cui l’Italia è uno dei maggiori acquirenti globali per il suo utilizzo nell’industria alimentare, e che Agar progetta di vendere polverizzata entro fine anno.

Tommaso ritiene di essere stato aiutato dall’aver avuto «un padre imprenditore con spiccate doti commerciali, un’esperienza a 20 anni in Australia, spinto da mia madre, da cui ho appreso il pragmatismo tipico degli anglosassoni, e un percorso di studi in gestione aziendale». Ad ogni modo «non esistono scorciatoie e bisogna spaccarsi la schiena per avere successo. Se l’idea è di non spaccarsela, allora è meglio restare dipendenti».

Sito web: agargumandresins.com

(Martino Ghielmi – vadoinafrica.com)

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