La Camera bassa del Parlamento del Kenya ha adottato ieri sera la mozione di impeachment, composta da 11 capi d’accusa, contro il vicepresidente Rigathi Gachagua, passata a larghissima maggioranza, con 281 favorevoli e appena 44 contrari. Gachagua è il primo vicepresidente keniano ad essere messo sotto accusa dall’Assemblea nazionale: ora sarà il Senato a dover decidere se verrà rimosso o meno dal suo incarico.
Ieri la discussione alla Camera sulla mozione di impeachment contro Gachagua ha avuto momenti drammatici: il vicepresidente è stato accusato di aver acquisito proprietà tramite proventi della corruzione ed è stato anche accusato di praticare politiche etnicamente divisive e di indebolire il governo. Gachagua, che è un ricco uomo d’affari, ha detto che la maggior parte delle case e dei terreni oggi di sua proprietà appartenevano alla tenuta del suo defunto fratello, ha negato ogni illecito e definito le accuse contro di lui “oltraggiose” e “pura propaganda”.
Tuttavia, la discussione è stata particolarmente violenta contro Gachagua, con molti parlamentari che hanno letteralmente infangato la sua reputazione durante i loro interventi unicamente per dimostrare di essere vicini e sostenitori, in questa disputa, del presidente William Ruto. Gachagua ha fallito in numerosi tentativi giudiziari di impedire che il procedimento proseguisse: in un discorso televisivo di lunedì ha condannato Mwengi Mutuse, il parlamentare che ha redatto la mozione, definendo la mossa “vergognosa e sensazionale”. La mozione di impeachment elenca 11 capi d’accusa, tra cui le accuse di corruzione secondo cui Gachagua avrebbe accumulato beni per un valore di 5,2 miliardi di scellini kenioti (40 milioni di dollari, 31 milioni di sterline) in due anni, una ricchezza inspiegabile. “Sono innocente”, ha detto Gachagua, “non ho alcuna intenzione di dimettermi. Combatterò fino alla fine”.
Ruto non ha ancora rilasciato dichiarazioni pubbliche sulla mozione di impeachment, ma nei primi giorni della sua presidenza ha dichiarato apertamente che non avrebbe mai umiliato pubblicamente il suo vice.