Kenya, dopo i violenti scontri “situazione calma al momento”

di claudia

La calma prima della tempesta? Oggi nell’area di Kiambu, un sobborgo di Nairobi, la situazione è tranquilla. Manca la corrente elettrica, ma non è una sorpresa in un Paese dove sono frequenti i black-out. Safaricom, il principale fornitore di servizi Internet keniano ha inviato un messaggio agli utenti dicendo che ci sono stati guasti sulla linea marittima alla quale è legato il sistema Web nazionale. La connessione però non manca e le comunicazioni sono possibili. È questo il quadro tracciato da Francesca Franzetti, cooperante di Celim, Ong milanese da anni impegnata in progetti di sviluppo in Kenya, il giorno dopo le proteste contro la legge finanziaria 2024 che va a inasprire le condizioni dell’economia locale. Proteste che hanno portato all’assalto del parlamento, allo schieramento dell’esercito nelle strade e ad almeno cinque vittime (secondo alcuni bilanci sarebbero di più).

“Ieri eravamo in missione sul campo per verificare l’avanzamento del progetto del caffè – spiega Francesca -. Eravamo nella contea di Kiambu dove ci sono state proteste come nella vicina Nairobi. Mentre tornavamo abbiamo incrociato una massa di gente che tornava a piedi dalle manifestazioni. Era gente pacifica che manifestava in modo pacifico il proprio dissenso. Non abbiamo assistito a scene di violenze né abbiamo avvertito tensione”.

Domani potrebbero esserci nuovi scontri. La legge sulla tassazione è stata approvata dal Parlamento e ora dovrà essere ratificata dal presidente della Repubblica. “Nuove manifestazioni sono in programma davanti alla State House, il palazzo presidenziale – osserva Francesca – speriamo non ci siano nuovi incidenti. I giovani keniani, in gran parte bene istruiti e consapevoli delle dinamiche politiche e sociali del proprio Paese, non accettano questa nuova norma che colpisce tutta la popolazione, un terzo della quale vive sotto la soglia di povertà. Il governo, da parte sua, deve trovare misure per ridurre il debito, soprattutto quello contratto con il Fondo monetario internazionale e la Cina. La tensione può crescere. Anche perché i ragazzi e le ragazze, come ho potuto constatare di persona, sono davvero determinati a opporsi a questa normativa”.

La Farnesina e alcune agenzia internazionali hanno lanciato l’allarme sicurezza. Lo staff di CELIM per tre giorni non farà missioni sul campo. “Non ci sentiamo di rischiare la sicurezza dei nostri colleghi – conclude Francesca -. I prossimi giorni lavoreremo da casa. Il nostro progetto, al momento, non rischia battute d’arresto. Le attività che avevamo rimandato per effetto delle inondazioni, sono state recuperate. Quindi possiamo continuare a lavorare anche da remoto. Sperando che la crisi si concluda al più presto e che i keniani raggiungano un compromesso in modo pacifico sulla questione delle imposte”.

foto: afp

Condividi

Altre letture correlate: