L’Alta Corte di Nairobi ha bloccato il dispiegamento di agenti di polizia keniani ad Haiti. La sentenza è stata emessa dal giudice Chacha Mwita, poco dopo che il parlamento aveva approvato la richiesta del governo di autorizzare l’invio di 1000 agenti a Port-au-Prince.
Il contingente keniano era destinato a guidare una missione di “Supporto alla sicurezza multinazionale” (Mss) appoggiata da Stati Uniti e Nazioni Unite, per “ristabilire la sicurezza ad Haiti e costruire condizioni di sicurezza che favoriscano lo svolgimento di elezioni libere ed eque”. Tuttavia, il dispiegamento è stato respinto con veemenza dal popolo haitiano, che è sceso in piazza in proteste di massa contro “l’occupazione straniera”.
Kenya e Haiti hanno stabilito rapporti diplomatici a settembre, e Nairobi ha anche inviato una “missione di valutazione” a Port-au-Prince in agosto, una visita criticata dalle organizzazioni della società civile sia ad Haiti che all’estero. Nairobi ha anche firmato a settembre un accordo di difesa con il segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin che ha affermato che gli Stati Uniti erano pronti a fornire “robusta assistenza finanziaria e logistica” per la missione ad Haiti.
Il 9 ottobre, l’Alta Corte di Nairobi ha poi emesso un “ordine conservativo” per sospendere il dispiegamento pianificato fino a quando non fosse stata ascoltata una contestazione legale avanzata dal partito Thirdway Alliance e nella quale il leader del partito, Ekuru Aukot, contesta che la missione viola la costituzione del Kenya e non è sostenuta da alcuna legge o trattato. Nonostante l’interdetto dell’Alta Corte fosse in vigore, si è svolto giovedì il voto in parlamento, dopo il quale il giudice Mwita ha annunciato che avrebbe emesso una sentenza sulla questione il 26 gennaio 2024, sospendendo di fatto lo spiegamento.
“Nonostante ci sia un ordine del tribunale contro lo schieramento datato 25 ottobre 2023, da parte del giudice Enock Mwita, un parlamento belligerante e politicamente opportuno… è andato avanti ad approvare ciò che è stato contestato in tribunale come illegalità per lo schieramento di 1000 agenti di polizia ad Haiti. Il Kenya non ha leadership se non burattini di Stati Uniti, Francia e Canada”, ha commentato Aukot su X.
Denunciando il fatto che il governo keniano stava partecipando alla missione senza consultare la cittadinanza, l’ex presidente della Corte Suprema del paese, Willy Mutunga, ha scritto: “Rifiutiamo una politica estera in nostro nome alla quale non abbiamo acconsentito. Chiediamo che il Kenya smetta di combattere guerre per procura per l’imperialismo… Dobbiamo anche chiedere che l’Onu e gli Stati Uniti rispettino la nostra sovranità e la nostra Costituzione”. Anche il Partito Comunista del Kenya (Cpk) ha fermamente rifiutato lo spiegamento di forze keniane ad Haiti, avvertendo che il governo sta “diminuendo la sovranità e l’autodeterminazione del popolo haitiano, preservando al contempo gli interessi neocoloniali degli Stati Uniti, del Core Group (Germania, Brasile, Stati Uniti, Francia, Canada, Spagna, Unione Europea e Organizzazione degli Stati Americani) e Nazioni Unite”.
Il costo di attuazione della missione, che per il Kenya è stimato a circa 240 milioni di dollari, sarà sostenuto attraverso i contributi volontari degli Stati membri e delle organizzazioni delle Nazioni Unite ad un fondo fiduciario, secondo le informazioni disponibili. Un fondo al quale gli Stati Uniti hanno già stanziato 100 milioni di dollari. Oltre a Kenya, Senegal, Burundi, Ciad, Belize, Giamaica, Antigua e Barbuda, Suriname, Bahamas, Spagna sono tra i Paesi che intendono contribuire con personale, fondi o attrezzature per la missione, così come, secondo quanto riferito, hanno fatto Italia, Mongolia, Guatemala, e Perù.