Gli elefanti che si avvicinano alle piccole fattorie in Kenya evitano le recinzioni con alveari abitati da api fino all’86% delle volte durante le stagioni di raccolto più intense, contribuendo a ridurre il conflitto tra uomini ed elefanti e ad aumentare il reddito per i contadini locali. Lo mette in luce uno studio intitolato “Impatto della siccità e dello sviluppo sull’efficacia dei recinti di alveari come deterrenti per gli elefanti in nove anni in Kenya” (Impact of drought and development on the effectiveness of beehive fences as elephant deterrents over nine years in Kenya) i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Conservation Science and Practice.
Le recinzioni con alveari, introdotte nel 2007 da Save the Elephants (Ste) e dal Kenya Wildlife Service (Kws), in collaborazione con l’Università di Oxford, offrono un approccio innovativo, vieme sottolineato. Queste recinzioni consistono in una serie di alveari attivi collegati tra pali, creando una barriera fisica, acustica e olfattiva che dissuade gli elefanti, naturalmente spaventati dalle punture d’ape. Oltre a proteggere i campi, gli alveari forniscono servizi di impollinazione e un reddito aggiuntivo grazie alla produzione di miele e cera.
Lo studio ha monitorato 26 fattorie protette da recinzioni con alveari in due villaggi vicino al Parco Nazionale di Tsavo Est e ha analizzato quasi 4.000 avvicinamenti di elefanti. Durante sei stagioni di raccolta (da novembre a gennaio, dal 2014 al 2020), 3.027 elefanti si sono avvicinati ai campi, ma le recinzioni con alveari hanno respinto mediamente l’86,3% degli elefanti ogni anno. Complessivamente, nel periodo di studio, le recinzioni hanno respinto il 76% degli elefanti.
Tuttavia, condizioni come la siccità hanno ridotto l’occupazione degli alveari del 75% durante il 2017, riducendo la produzione di miele e i profitti sia durante la siccità che per i tre anni successivi. Nonostante queste difficoltà climatiche, i 365 alveari usati nello studio hanno prodotto una tonnellata di miele, venduto per 2.250 dollari.
La dottoressa Lucy King del Dipartimento di Biologia dell’Università di Oxford e Save the Elephants, che ha guidato lo studio, ha evidenziato l’efficacia delle recinzioni con alveari ma ha avvertito circa i rischi futuri: “Le recinzioni con alveari sono molto efficaci nel ridurre fino all’86,3% gli attacchi degli elefanti durante i periodi di raccolta più attraenti per loro, ma i nostri risultati indicano che un disturbo crescente degli habitat o siccità più frequenti potrebbero ridurre l’efficacia di questo metodo basato sulla natura.”
Il Dottor Patrick Omondi, Direttore del Wildlife Research and Training Institute, ha sottolineato l’importanza di continuare la ricerca e il finanziamento per soluzioni sostenibili: “Il Kenya affronta sfide crescenti con il conflitto tra uomini ed elefanti, e soluzioni come le recinzioni con alveari consentono alle comunità di gestire la protezione delle proprie fattorie. Abbiamo bisogno di più ricerca e supporto per le soluzioni basate sulla natura per aiutare le nostre comunità a vivere meglio insieme alla fauna selvatica.”
Ricerche precedenti dell’Università di Oxford, Ste e Kws in collaborazione con scienziati bioacustici di Disney’s Animal Kingdom hanno dimostrato che gli elefanti reagiscono fortemente alle api, allontanandosi dai suoni delle api disturbate e mostrando comportamenti come scuotere la testa e fare rumori per avvisare gli altri. Sebbene la pelle degli elefanti sia spessa, le api tendono a colpire le aree sensibili come occhi, bocca e proboscide, provocando loro disagio. Questa paura naturale delle api è stata sfruttata come strumento pratico per tenere gli elefanti lontani dai campi, promuovendo la convivenza tra esseri umani e fauna selvatica. Ad oggi, oltre 14.000 alveari sono stati installati come deterrente per gli elefanti in 97 siti in Africa e Asia.