Manifestazioni e violenza in Kenya, almeno cinque le vittime

di claudia

È ancora incerto il bilancio tragico delle vittime ieri nelle manifestazioni in Kenya, un bilancio tutto appannaggio dei media perché ufficialmente le autorità keniane non stanno contribuendo a fare chiarezza sui feriti e sui morti. Secondo le agenzie internazionali i morti sono almeno cinque, uccisi a colpi di arma da fuoco quando la polizia ha sparato sulla folla di manifestanti che cercava di assaltare il Parlamento, a Nairobi, ma i media locali diffondono cifre diverse che vanno dai cinque ai 20 morti. Il numero di feriti è imprecisato.

Oltre ai morti di Nairobi, una persona uccisa è stata conferma a Mombasa. Manifestazioni si sono tenute, oltre a Nairobi, anche a Mombasa, Nakuru, Eldoret, Kisumu, Kakamega, Nyeri, Kericho e molte altre città paralizzando i trasporti e le imprese. La polizia è inoltre riuscita ad evitare che i manifestanti dessero fuoco a una stazione a Kisii mentre a Kangundo, Machakos, il parlamento della Contea è stato dato alle fiamme.

L’assalto al Parlamento è, in realtà, riuscito, con uno sparuto gruppo di manifestanti che è riuscito a fare irruzione nei locali del Parlamento e a dare fuoco a un’ala dello stesso, il tutto mentre i senatori al suo interno approvavano il tanto contestato Tax bill, il disegno di legge finanziaria che dovrebbe aumentare e imporre diverse nuove tasse. Proteste e scontri si sono verificati anche in diverse altre città e paesi del Kenya, con molti che hanno chiesto a Ruto di lasciare l’incarico e hanno espresso la loro opposizione all’aumento delle tasse. Le auto della polizia sono state date alle fiamme e negozi e attività commerciali sono stati saccheggiati e vandalizzati. Sono stati visti anche elicotteri volare a bassa quota intorno alla capitale Nairobi.

Il Parlamento ha approvato la legge finanziaria, passando alla terza lettura dei legislatori: ora la palla è interamente al presidente, che dovrà firmare la legge o potrà rinviarla al Parlamento se avesse obiezioni. I manifestanti a Nairobi si sono riuniti sin dal mattino ma il Central business district (Cbd) dove si trovano i palazzi del potere, era stato blindato dalla polizia, che aveva eretto barricate. La folla ha cominciato a muoversi e ci sono stati scontri tutta la mattina, con una lenta avanzata dei manifestanti oltre le barricate all’interno del Cbd. Alle 14, quando i senatori hanno votato la legge, alcuni parlamentari dell’opposizione hanno lasciato l’aula e sono usciti dal palazzo, aizzando la folla. A questo punto la situazione è degenerata: la polizia ha aperto il fuoco con proiettili veri e si è creato il caos.

Il presidente del Senato del Kenya Amason Kingi è stato evacuato dai locali del Parlamento in ambulanza mentre i manifestanti avevano dato fuoco a una sezione dell’edificio. I Parlamentari sono stati evacuati attraverso un tunnell sotterraneo e si sono rifugiati nelle cosiddette Bunge towers. Ruto stesso appare preoccupato per le manifestazioni: ieri sera ha detto che le proteste “legittime” contro il disegno di legge per aumentare le tasse sono state “dirottate da un gruppo di criminali organizzati”. In un discorso tenuto a tarda notte alla nazione, il presidente keniota ha detto che le proteste pacifiche della generazione Z “sono state infiltrate e dirottate da elementi criminali organizzati” e per questa ragione “ho implementato la sicurezza per controllare gli elementi che cercano di indebolire il nostro Paese. Ruto ha affermato di aver dato ordine a “tutti gli organi della nostra sicurezza nazionale di contrastare qualsiasi tentativo da parte di criminali di minare la sicurezza e la stabilità del Kenya”. Nel suo discorso alla nazione di ieri sera, Ruto ha ribadito la volontà di dialogo con i manifestanti. Domenica invece, dopo aver partecipato a una funzione religiosa a Nyahururu, è stato scortato via dalla sicurezza, quando la sua squadra di bodyguard si è accorta che la folla era lì per affrontarlo. Nel frattempo, Ruto elogiava i manifestanti promettendo di impegnarsi direttamente in un dialogo con loro.

Ieri pomeriggio il ministro della Difesa del Kenya Aden Duale ha schierato l’esercito per far fronte a una “emergenza di sicurezza”. In varie città, tra cui Nairobi, Eldoret e Kisumu, i negozianti hanno riportato perdite significative poiché i saccheggiatori hanno fracassato finestre, rubato merci e vandalizzato proprietà nel caos.

La violenza vista ieri in Kenya non è passata inosservata. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha esortato alla moderazione in Kenya in una dichiarazione diffusa mentre la polizia si scontrava con i manifestanti a Nairobi: “Siamo anche molto preoccupati per i casi segnalati di detenzioni arbitrarie mirate. È molto importante che il diritto delle persone a manifestare pacificamente sia rispettato. Spetta alle autorità garantire che tali diritti siano rispettati e che tutti gli episodi di morte per mano delle forze di sicurezza siano pienamente indagati” ha detto la sua portavoce. “Piangiamo la perdita di vite umane e le ferite riportate e offriamo le nostre condoglianze alle famiglie che hanno perso i propri cari. Esortiamo a ripristinare l’ordine e a fornire spazio per il dialogo” ha detto ieri ai giornalisti il portavoce del Dipartimento di Stato americano Matthew Miller. 

Foto: afp

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