Il Kenya ritiene “possibile” un cessate il fuoco tra il governo federale di Addis Abeba e i combattenti tigrini, impegnati da oltre un anno in un conflitto che ha causato migliaia di morti e oltre due milioni di sfollati. Lo ha detto la ministra degli Esteri, Raychelle Omamo, nella conferenza stampa tenuta con il segretario di Stato americano, Antony Blinken, giunto oggi in Kenya per la sua prima visita nel continente africano.
“Noi crediamo nel potenziale dell’Etiopia di trovare una soluzione a questa crisi. Crediamo che un cessate il fuoco sia possibile”, ha detto Omamo al fianco di Blinken che la scorsa settimana ha lanciato l’allarme sul rischio che il conflitto possa portare “a un’implosione dell’Etiopia con effetti negli altri Paesi della regione”.
Da Nairobi il segretario di Stato americano ha rinnovato il proprio appello a mettere fine alle ostilità, alle “atrocità che continuiamo a vedere, alle sofferenze delle persone”. Rispondendo alla domanda se in Etiopia si possa parlare di genocidio, come sostenuto dai combattenti del Fronte popolare di liberazione del Tigray (Tplf), Blinken ha ridetto: “A prescindere da come possiamo definirlo, deve cessare”. Quindi ricordando il rapporto congiunto dell’Onu e della Commissione etiopica per i diritti umani sugli abusi commessi “da tutte le parti”, ha aggiunto: “I responsabili devono essere chiamati a rispondere e noi siamo determinati a fare in modo che accada”.
Blinken ha incontrato la ministra dopo essere stato ricevuto dal presidente Uhuru Kenyatta che domenica scorsa era volato ad Addis Abeba per incontrare il premier Abiy Ahmed e la presidente Sahle-Work Zewde. Nella nota diffusa dall’ufficio di presidenza si precisa che Kenyatta e Blinken “hanno discusso di pace e sicurezza regionale, e hanno esplorato nuove opportunità di collaborazione nella risoluzione dei conflitti regionali in corso e per arrivare a una pace sostenibile nel Corno d’Africa”.
Oltre alla crisi in Etiopia, i due leader hanno discusso anche della crisi in corso in Sudan, dopo il golpe del 25 ottobre scorso, e della lotta al terrorismo in Somalia.
La visita di Blinken a Nairobi arriva all’indomani dell’attentato messo a segno a Kampala, in Uganda, dallo Stato islamico (Isis), che ha spinto il governo keniota a porre in stato di massima allerta le agenzie di sicurezza. Una misura decisa anche dopo l’evasione di tre persone condannate per terrorismo da un carcere di massima sicurezza alle porte della capitale keniota. Le autorità hanno offerto 178.000 dollari a chiunque sia in grado di fornire indicazioni utili alla loro cattura.
Dopo la tappa a Nairobi, Blinken visiterà Nigeria e Senegal.