Una manifestazione pacifica di mobilitazione contro i femminicidi, organizzata ieri mattina a Nairobi in Kenya, è stata interrotta dalla polizia, dispiegata in forze in assetto antisommossa, che ha sparato gas lacrimogeni e arrestato diversi manifestanti.
La manifestazione di ieri, organizzata da numerose organizzazioni della società civile che si occupano di assistenza alle donne e lotta contro i femminicidi, un problema grande molto sentito in Kenya, concludeva i giorni di mobilitazione e sensibilizzazione contro la violenza di genere ed era stata organizzata per chiedere alle autorità di adottare nuove misure, più stringenti, contro i femminicidi. I primi di dicembre, la Commissione nazionale per i diritti umani del Kenya (Knchr) ha detto che nei tre mesi precedenti nel Paese africano si sono verificati ben 97 omicidi di donne.
La manifestazione di ieri, pacifica seppur dai toni molto accesi, è stata interrotta quando nel centro della città la polizia ha sparato lacrimogeni contro un piccolo gruppo di donne manifestanti e, subito dopo, agenti di polizia, sia in uniforme e pesantemente equipaggiati che in borghese, hanno arrestato diverse persone.
Dopo essere stati dispersi, i manifestanti sono tornati a riunirsi nel primo pomeriggio, marciando verso il Parlamento proprio come nelle manifestazioni dell’estate scorsa e scandendo slogan come “vergogna” rivolto alla politica. Anche in questo caso, la polizia ha disperso il corteo con i lacrimogeni ma questo si è ricostituito più volte, prima di desistere.
Secondo diversi testimoni, la polizia sembrava prendere di mira in particolare le donne, che indossavano magliette rosa e avevano cartelli con slogan anti-femminicidio.
In serata, Amnesty International e la Law society of Kenya hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui condannano le azioni della polizia, affermando di aver inviato un “messaggio agghiacciante” ai manifestanti pacifici: “La violenta risposta della polizia, compreso l’arresto di questi manifestanti pacifici, è un attacco diretto ai principi democratici del Kenya e ai diritti umani dei suoi cittadini”.