Nuovi scontri in Kenya ma, questa volta, con dinamiche decisamente differenti: ieri a Nairobi, capitale del Paese dell’Africa orientale, sono scoppiati scontri tra manifestanti antigovernativi e un gruppo filogovernativo. A riportarlo è Africanews, che spiega che il gruppo di sostenitori filogovernativi ieri mattina pattugliava in moto le strade del centro città, prima di una manifestazione che era in programma nella tarda mattinata. È la prima volta che un gruppo di sostenitori del governo manifesta in favore del presidente: molti di loro suonavano fischietti o mostravano cartelli con la scritta “sosteniamo il presidente” o “basta così”, rivolto ai manifestanti.
I principali attivisti del movimento di protesta hanno invitato, ieri, la gente a “occupare” i due principali aeroporti di Nairobi, ma la massiccia presenza della polizia sulle strade circostanti ha impedito qualsiasi grave interruzione. Sempre ieri, nel quartiere di Pipeline estate, a Embakasi a due passi dall’aeroporto, la polizia si è duramente scontrata con un gruppo di manifestanti, che sono riusciti a bloccare diverse strade. I disordini sono iniziati quando manifestanti antigovernativi si sono scontrati con altri filogovernativi e la polizia è dovuta intervenire sparando gas lacrimogeni per disperdere la folla. La situazione è andata fuori controllo, intere palazzine erano in rivolta con gli abitanti sui ballatoi che lanciavano pietre contro la polizia, una situazione tanto critica che è dovuto intervenire l’esercito: all’arrivo dei soldati la popolazione ha cominciato a festeggiare, in molti infatti sostengono che i militari non trattino male come la polizia i manifestanti.
Le proteste antigovernative in Kenya sono entrate nella quinta settimana, dopo essere iniziate con la richiesta ai legislatori di votare contro un disegno di legge finanziaria che proponeva nuove tasse. Il presidente William Ruto si è rifiutato di firmare il controverso disegno di legge e ha licenziato quasi tutti i suoi ministri, ma i manifestanti continuano a chiedere le sue dimissioni.