Kenya, quando i musulmani proteggono i cristiani

di Enrico Casale
Musulmani e cristiani keniani insieme

miliziani al shabaabMusulmani che, a costo della loro vita, difendono i cristiani da altri musulmani. La notizia arriva dal Kenya. Lunedì un commando di al Shabaab ha attaccato un bus a Mandera, nel Nord-Est del Kenya (città che in passato è già stata teatro delle azioni dei jihadisti).  I miliziani hanno fermato il bus e sono saliti a bordo. Qui hanno intimato ai passeggeri di scendere e di dividersi in due gruppi: i musulmani e i cristiani. L’intenzione era quella di eliminare i cristiani. Una volta a terra, però, i musulmani hanno rifiutato di separarsi e di far così riconoscere i cristiani agli assalitori. «I militanti – ha raccontato un testimone – hanno minacciato di sparare a tutti cristiani e musulmani. E in passato l’hanno già fatto. Ma infine hanno rinunciato. Andandosene hanno lanciato un sinistro avvertimento: torneremo!».

Nel fuggire hanno però sparato sul gruppo, uccidendo un passeggero e ferendone tre. Poi hanno tirato una raffica contro un camion che seguiva, uccidendo un’altra persona.

«I musulmani – ha detto Ali Roba, il Governatore di Mandera – hanno dimostrato un grande senso di coraggio e di patriottismo. Non solo perché non hanno permesso l’identificazione dei cristiani, ma hanno anche perché hanno chiesto a gran voce ai membri del commando non sparare e che se intendevano voluto uccidere qualcuno, avrebbero dovuto uccidere tutti. È questo che ha costretto i miliziani a fuggire, anche perché temevano la reazione della popolazione dei villaggi lì vicino».

L’episodio ricorda gesti d’eroismo di altri tempi. Ma conferma, se ce n’era bisogno, quanto gli stereotipi sui musulmani violenti, interessati solo alla conversione dei cristiani, complici dei teroristi siano, appunto, stereotipi. Immagini non vere, se non per una ristretta minoranza di islamici, e che, come dimostra quanto avvenuto a Mandera, la maggioranza dei musulmani rifiuta.

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