Il candidato sconfitto alle presidenziali del 9 agosto, Raila Odinga, nella petizione presentata ieri alla Corte Suprema, ha dichiarato che l’esito delle elezioni, da lui fortemente contestate, “è stato viziato”, sostenendo che i funzionari elettorali hanno “commesso gravi irregolarità”.
Stando a quanto riportato dai media locali, Odinga e la sua compagna di corsa Martha Karua, legislatrice esperta e attivista per i diritti di genere, hanno affermato che i risultati delle elezioni presidenziali annunciati dal presidente della Commissione elettorale indipendente e per i confini (Iebc) Wafula Chebukati il 15 agosto sono stati invalidi.
Nella loro petizione, il duo afferma che i risultati finali non sono completi, aggiungendo che c’erano “grossolane disparità nei risultati acquisiti dai kit elettronici e dai moduli fisici”.
Nel ricorso Odinga sostiene inoltre che Chebukati si è rifiutato di condividere e far circolare i risultati presidenziali finali con i principali agenti degli aspiranti, gli osservatori, i media e alcuni membri dell’agenzia elettorale prima di annunciarli pubblicamente.
Secondo il candidato sconfitto, ci sarebbero state anche incongruenze nell’affluenza alle urne rilevata dai kit del Kenya Integrated Election Management System (Kiems) e da quelli rilevati manualmente. Odinga sostiene che i kit digitali hanno registrato 14,45 milioni di elettori, pari al 65,4% del totale, ma nei risultati finali emersi dai moduli registrati, il numero totale di elettori si è attestato a 14,2 milioni.
Odinga e i suoi ritengono che l’Iebc non sia stata in grado di tenere conto di oltre 250.000 voti espressi nelle urne, escludendo i voti acquisiti manualmente. “C’è una differenza di 140.028 voti tra il numero totale di voti registrati nel Modulo 34C (manuale) e il numero totale di voti identificati nei kit Kiems”, ha dichiarato Odinga in una dichiarazione rilasciata a Nairobi.
Odinga sostiene che i voti registrati nelle copie fisiche in 42 seggi elettorali differiscono da quelli rilasciati agli agenti, registrati nel Modulo 34A e nel portale dell’Iebc e che in un caso i suoi voti sono stati ridotti di 100 in ogni seggio elettorale. Chebukati – a suo avviso – non ha contato e verificato tutti i voti prima di dichiarare i risultati finali: “la mossa ha diviso l’agenzia elettorale, con quattro commissari che hanno pubblicamente disconosciuto i risultati annunciati da Chebukati”, ha detto Odinga.
Nella loro sentenza, attesa entro il 4 settembre, i giudici della Corte Suprema potrebbero confermare la vittoria di Ruto, ordinare un nuovo conteggio, oppure annullare i risultati e ordinare la ripetizione delle elezioni presidenziali dopo 60 giorni.