Kenya, sempre più giovani scelgono il kung fu come possibilità di riscatto

di claudia
sport

Il kung fu sta guadagnando popolarità in Kenya, dove sempre più giovani si avvicinano a questa disciplina come opportunità lavorativa e via di riscatto sociale. Con il 67% di disoccupazione tra i giovani sotto i 35 anni, il kung fu offre alternative all’alcolismo e alla criminalità, come dimostrato dalla scuola Kenya Kung Fu Wushu Federation.

Il kung fu, insieme delle arti marziali di origine cinese, sta diventando sempre più popolare in Kenya. Qui molti giovani hanno deciso di cimentarsi in questa disciplina che potrebbe trasformarsi in un’ottima opportunità lavorativa. Già un’altra arte marziale, il taekwondo, aveva riscosso tempo fa un grande successo entrando nei programmi di diverse scuole del Paese e portando gli atleti a competere a livello internazionale. Negli ultimi tempi quest’arte sembra però essere stata superata dal kung fu.

L’incontro con la cultura cinese nel Paese avviene di frequente, basti pensare alla crescente presenza di lavoratori cinesi impegnati in grandi progetti edilizi in Kenya. L’interesse per la cultura cinese ha portato a un aumento significativo di partecipanti ai corsi. Intervistato da Africanews, l’allenatore Kennedy Murimi riferisce di aver notato un aumento significativo nel numero di partecipanti ai suoi corsi di kung fu. Solo nel quartiere Kawangware di Nairobi, dove lavora, il numero di persone che frequentano i suoi allenamenti è triplicato negli ultimi mesi, arrivando a circa 60 iscritti.

Oltre alla passione per questa disciplina che unisce la bellezza del movimento e la marzialità, dunque lo studio delle strategie di combattimento, alla base di questo interesse non mancano anche motivi economici.

“Quest’anno, più giovani si sono uniti a noi. La maggior parte di loro dice di aver perso il lavoro e stanno provando il kung fu per vedere se possono diventare allenatori o partecipare a tornei e venire pagati”, ha spiegato il signor Murimi.

Il Kenya registra un tasso di disoccupazione complessivo del 12,7%, ma la situazione è particolarmente critica tra i giovani sotto i 35 anni, con una percentuale che raggiunge il 67%. Questo dato riflette una problematica più ampia, comune a gran parte della crescente popolazione giovanile in Africa.

Dedicarsi a quest’arte marziale è anche un modo per i giovani che abitano in contesti sociali difficili di occupare il tempo in modo proficuo e non perdersi. Nella contea di Kiambu, alla periferia di Nairobi, dove alcolismo e criminalità sono una realtà, è sorta una scuola di kung fu, la Kenya Kung Fu Wushu Federation, fondata Ngaruiya Njonge, che ha cominciato ad allenarsi diversi anni fa, ispirato dai film di arti marziali cinesi. Un suo studente ha raccontato alla medesima fonte il beneficio che questo luogo ha avuto per lui: “Senza il kung fu, ora sarei un alcolista”, ha detto. “Farei uso di droghe e magari ruberei, ma da quando ho iniziato, il kung fu ha cambiato la mia vita e mi ha dato uno scopo”.

Negli ultimi cinque anni più di quattromila studenti hanno beneficiato di questa iniziativa: oltre a una possibilità lavorativa apprendono uno strumento utile per muoversi nel mondo. “Credo che il kung fu insegni disciplina, migliori la salute e dia alle persone la capacità di difendersi, non solo fisicamente, ma anche mentalmente e socialmente”, ha sottolineato l’allenatore.

Condividi

Altre letture correlate: