di Andrea Spinelli Barrile
Secondo un recente rapporto, in Kenya è in aumento l’uso di droghe come muguka e miraa da parte degli studenti universitari. L’Agenzia nazionale per la campagna contro l’abuso di droga del Paese non le vieta ma le classifica come “sostanze nocive”. Tuttavia c’è chi lancia l’allarme sui danni della dipendenza da queste sostanze, a cui segue un preoccupante incremento dei ricoveri di giovani universitari nei centri di riabilitazione.
Secondo un documento dell’Autorità nazionale per la campagna contro l’abuso di droga del Kenya (Nacada), uno studio sull’abuso di droghe e sostanze stupefacenti nelle Università del Paese, si riscontra un aumento dell’uso di muguka e miraa da parte degli studenti universitari keniani.
Secondo il rapporto, circa il 10% degli studenti universitari keniani ne fa uso, in particolare della muguka. Si tratta di una variante a basso costo del khat ma che deriva dalla stessa pianta, la Catha edulis, che in Kenya viene coltivata nelle contee di Embu, Meru e Tharaka-Nithi, nel Kenya centrale. Il muguka è composto dalle foglie, mentre la versione più costosa, il miraa, comprende sia gli steli che le foglie. La muguka è molto più economica, più potente, e crea però maggiore dipendenza, rispetto al khat, ed è molto popolare nelle contee costiere di Mombasa, Kilifi, Taita Taveta e Kwale.
L’anno scorso la muguka è stata al centro di un’aspra diatriba politica tra il presidente William Ruto e alcuni governatori di contea: il governatore di Mombasa Abdulswamad Shariff Nassir infatti aveva vietato l’ingresso, il trasporto, la vendita e il consumo di muguka citando i suoi effetti dannosi soprattutto sui giovani, e direttive simili erano state emanate anche dai governatori delle contee di Kilifi e Taita Taveta, che avevano promesso di reprimere la vendita e l’uso della muguka.
Nel motivare il provvedimento, Nassir disse che più della metà delle persone ospitate nei centri di riabilitazione di Mombasa sono tossicodipendenti da muguka. Tuttavia, queste decisioni proibizioniste hanno scatenato proteste nella contea di Embu, dove si coltiva la muguka, proteste che hanno convinto Ruto ad annullare le disposizioni dei governatori: “Poiché la muguka è stata riconosciuta dalla legislazione nazionale, qualsiasi altra legge o ordine che contraddica la legislazione nazionale è nullo” spiegò Ruto in una dichiarazione scritta rilasciata dal suo ufficio: secondo Ruto la muguka è una coltura legale ai sensi del Crops act 2013 e dei Regolamento miraa del 2023 e, anzi, promise lo stanziamento di 3,7 milioni di dollari nel 2024 per espandere l’agricoltura di questa pianta.

L’Agenzia nazionale per la campagna contro l’abuso di droga del Kenya non vieta la muguka e la miraa ma le classifica come “sostanze nocive” a causa di due stimolanti presenti nella pianta, catinone e catina. Tuttavia John Muteti, direttore della divisione Ricerca, standard e licenze della Nacada, ha lanciato l’allarme sulle pagine del quotidiano The Star, spiegando che sempre più studenti stanno diventando dipendenti da questa sostanza e che sono sempre di più i ricoveri di giovani universitari nei centri di riabilitazione. Secondo Muteti, con 50 scellini (meno di 40 centesimi di euro) è possibile acquistare abbastanza muguka da farsela bastare per una giornata. Ma gli universitari non sono l’unico pubblico appassionato a questa sostanza: sulla costa del Kenya la muguka viene utilizzata dalle guardie notturne per stare sveglie, da camionisti e guidatori di bus proprio per i suoi effetti eccitanti.
Un mercato talmente grande, quello di muguka e miraa, che molti agricoltori hanno smesso di coltivare mais e prodotti ortofrutticoli per dedicarsi alla coltura di muguka, molto più remunerativa.
La muguka fa parte della tradizione: per molto tempo, ricorda Freddie Del Curatolo su Malindikenya, “è stata adoperata dalle donne mijikenda che lavoravano nei campi per non sentire la stanchezza” mentre oggi è molto utilizzata dalla parte più giovane della società. Domenica scorsa i fedeli musulmani della contea di Isiolo, guidati nella preghiera dallo sceicco Bilal Ahmed Bilal, si sono appellati al governo della contea affinché regolamenti la vendita e il consumo di muguka e miraa nella regione, perchè questi stimolanti “hanno rovinato la vita di molti giovani e contribuito agli scarsi risultati scolastici, ad alti tassi di abbandono scolastico e a numerosi divorzi” si legge sull’Eastleigh voice.
Mentre i fedeli musulmani di Isiolo si appellavano alle autorità nella vicina contea di Garissa succedeva, sempre domenica, qualcosa di simile: durante le celebrazioni dell’Eid-ul-Adha in vari luoghi della contea gli imam hanno lanciato appelli pubblici per vietare la muguka. A una di queste preghiere era presente anche Aden Duale, ministro alla Difesa del Kenya, che si è detto totalmente allineato con la richiesta di divieto da parte della comunità musulmana.