Sono sempre più tese le relazioni tra Somalia e Kenya sulla frontiera che divide i due Paesi. Il contrasto verte sulla disputa della linea di confine marittima nell’Oceano Indiano. Quel tratto di mare cela, secondo diverse prospezioni, ingenti giacimenti di greggio che i due Paesi si contendono.
Il contrasto minaccia di arrivare a un confronto militare, dato che la regione di confine è un territorio sensibile e di importanza strategica. Qui è previsto lo sbocco di un oleodotto che renda commercializzabile il petrolio del Sud Sudan, e qui sono anche previste una strada e una ferrovia che colleghino la ricca regione dei Grandi Laghi al mare – infrastrutture, queste, che interessano molto la Cina, che vi ha già investito ingenti capitali.
Così tra i due Paesi ogni pretesto è buono per un confronto che potrebbe sfociare anche in scontri militari. Ieri il governo della Somalia ha accusato l’esercito del Kenya di aver distrutto alcuni ripetitori telefonici nel Sud del Paese, dove Nairobi schiera i propri militari nel contrasto al gruppo terroristico al-Shabaab, legato ad al-Qaeda. Nel fine settimana, la società di telecomunicazioni somala, Hormuud, ha diramato una nota denunciando 2 attacchi di questo tipo nella regione di Gedo che hanno disconnesso fino a 4.000 utenti dal servizio.
La scorsa settimana, il presidente uscente della regione, Ahmed Mohamed Islam detto Madobe, è stato rieletto dal Parlamento regionale per un terzo mandato alla guida dell’amministrazione. L’uomo fu tra i fondatori di al-Shabaab, da cui si è allontanato circa dieci anni fa. Fu proprio Madobe ad aiutare le truppe keniote a riprendere il controllo della città somala di Kismayo, finita nelle mani dei terroristi. L’uomo, sostenuto da Nairobi, rappresenta un importante alleato nella lotta contro il gruppo terroristico. Mogadiscio non ne ha però riconosciuto l’elezione, non riconoscendo nemmeno il Parlamento regionale.
Il Kenya fa parte, dal marzo 2007, della missione dell’Unione Africana in Somalia (Amisom). Attualmente il contingente militare è composto da truppe provenienti da Uganda, Burundi, Gibuti, Kenya ed Etiopia, schierate in sei settori che coprono la Somalia meridionale e centrale. Le forze di Nairobi sono responsabili del Basso e Medio Giuba.