Il segretario di gabinetto del Lavoro e della protezione sociale del Kenya, Alfred Mutua, ha annunciato un censimento a livello nazionale delle famiglie che vivono in strada, nell’ambito di un piano che porterà al rimpatrio di quelle persone che vivono in Kenya illegalmente. Lo riportano i media keniani.
Intervenendo a un evento a Roysambu, Mutua ha detto che il suo ministero, attraverso lo Street families rehabilitation trust fund, sta sviluppando un piano per “salvare le famiglie” che vivono in strada e “rimpatriare quelle provenienti da altri Paesi”. Mutua ha chiarito di stare aspettando solo la definizione e lo stanziamento del budget. Il ministro ha detto anche che è intenzione del governo identificare le ragioni principali per cui queste persone finiscono a vivere in strada: “Vogliamo scoprire se si tratta di disgregazione familiare, povertà o se vengono usati come manodopera minorile, siamo molto preoccupati per il traffico” di minori. Mutuha ha anche detto che il ministero sta collaborando con i ministeri degli Interni e degli Affari esteri per realizzare questo censimento, che è volto a “migliorare la vita di chi vive per strada”, con la concessione di documenti l’istituzione di corsi di formazione professionale.
Il piano tuttavia potrebbe portare alla cattura e alla cacciata di cittadini ugandesi, tanzaniani, congolesi, sud sudanesi, etiopi e somali, che sono tra i più grandi migranti in Kenya. Sebbene siano disponibili dati su quante persone vivono illegalmente in Kenya, l’anno scorso gli agenti di sicurezza hanno arrestato 1.455 migranti senza documenti, principalmente originari dell’Etiopia. Storicamente, il Kenya funge sia da destinazione che da Paese di transito per i migranti irregolari nell’Africa orientale, attraendo persone in cerca di migliori opportunità economiche e sicurezza dai conflitti ma rappresentando anche una rotta verso altre destinazioni.
Tuttavia, il censimento nazionale del 2019 ha identificato oltre 46.000 persone che vivono in strada, tra cui migliaia di bambini, ma ci sono stime più recenti che suggeriscono che il numero potrebbe arrivare fino a 300.000 persone in tutto il Paese, di cui circa 60.000 nella sola capitale Nairobi.