di Valentina Giulia Milani
L’annuncio della vittoria di William Ruto, che ha ottenuto il 50,49 per cento del totale dei voti alle elezioni presidenziali in Kenya, è stato ritardato dai tafferugli verificatisi al centro dei risultati e dalle accuse di brogli elettorali. Odinga, ex primo ministro, ha rigettato la vittoria del rivale, ex vice-presidente, affermando di voler contestare i risultati con “tutte le opzioni legali”. La sua compagna di corsa, Martha Karua, ha twittato: “non è finita finché non è finita”.
Dalla stampa locale si apprende che la calma è ora tornata nella maggior parte del Paese dopo un misto di festeggiamenti e proteste violente verificatisi in seguito alla proclamazione dei risultati lunedì sera. Nella città natale di Ruto, Eldoret, nella Rift Valley, migliaia di residenti si sono scatenati in canti e balli. Un’atmosfera ben diversa è stata registrata nella città di Kisumu, la base politica di Odinga, dove i residenti hanno dato fuoco a pneumatici e barricate per protestare contro la sconfitta subito dopo la dichiarazione dell’elezione di Ruto. La maggior parte dei negozi è rimasta chiusa a Kisumu. Proteste si sono verificate anche nelle baraccopoli di Nairobi, oltre che di Kisumu, aree largamente sostenute da Odinga, dove la polizia ha sparato gas lacrimogeni per disperdere la folla.
La stessa proclamazione dei risultati è stata segnata lunedì da discussioni più che animate. Alcuni alti funzionari elettorali hanno disconosciuto il risultato, alimentando il timore di violenze diffuse come quelle viste dopo precedenti scrutini contestati. Pochi minuti prima che il presidente della commissione elettorale Wafula Chebukati annunciasse la vittoria di Ruto, la sua vice Juliana Cherera aveva dichiarato ai media, in una sede separata, che lei e altri tre commissari disconoscevano i risultati. “Non siamo in grado di appropriarci dei risultati che saranno annunciati, a causa della natura opaca di quest’ultima fase delle elezioni generali”, ha dichiarato.
Diplomatici e osservatori internazionali sono stati fatti uscire dalla sala del conteggio prima che Chebukati parlasse, mentre cominciavano a scoppiare tafferugli. Prima di annunciare Ruto come vincitore, Chebukati ha dichiarato che due commissari e l’amministratore delegato della commissione elettorale erano stati feriti e sono in cura.
Le Nazioni Unite hanno preso atto dei risultati, ha dichiarato il portavoce dell’Onu Stephane Dujarric incoraggiando tutti i candidati a “ricorrere ai canali legali per affrontare eventuali sfide”.
L’ambasciata statunitense in Kenya ha esortato tutte le parti a lavorare insieme per risolvere pacificamente le preoccupazioni sulle elezioni, riferendosi ai timori che il Kenya possa assistere a una ripetizione delle violenze dopo le ultime elezioni presidenziali del 2017, che hanno causato decine di morti, ma anche a quelle del 2007 che provocarono più di 1100 morti, principalmente negli scontri tra kikuyu e kalenjin. “Chiediamo a tutti i leader dei partiti politici di continuare a esortare i loro sostenitori a rimanere pacifici e ad astenersi dalla violenza”, si legge in un comunicato.
Nel suo discorso di accettazione, Ruto ha fatto appello all’unità, affermando di voler essere il presidente di tutti, e ha chiesto al Paese di concentrarsi sul futuro. “A coloro che hanno fatto molte cose contro di noi, voglio dire che non c’è nulla da temere. Non ci sarà nessuna vendetta. Non abbiamo il lusso di guardare indietro”, ha aggiunto.
William Ruto, di etnia kalenjin, è stato vicepresidente per quasi dieci anni. E’ leader dell’Alleanza Democratica Unita (United Democratic Alliance), il principale della coalizione Kenya Kwanza. E’ stato il delfino del presidente in carica Kenyatta che lo aveva designato come suo successore fino a quando, già nel 2018, è stato messo da parte da un’alleanza inaspettata tra Kenyatta e Odinga che è diventato così candidato del presidente uscente.
Raila Odinga, di etnia luo, già primo ministro tra il 2008 e il 2013 ed ex leader dell’opposizione è stato sostenuto dal presidente uscente Uhuru Kenyatta. Il veterano politico keniano, 77 anni, si è presentato alle elezioni per la quinta volta. Il risultato delle elezioni del 2007 è stato fortemente contestato e ha portato a violenze diffuse. Odinga è il figlio del primo vicepresidente del Kenya post-indipendenza, Jaramogi Oginga Odinga.
Aldilà della vittoria di Ruto, le elezioni del 9 agosto hanno segnato una svolta ponendo fine a oltre vent’anni di presidenze di etnia kikuyu, la principale del Paese e l’etnia del presidente uscente Uhuru Kenyatta, che ha raggiunto il suo limite di due mandati previsti dalla Costituzione.
Adesso toccherà alla Corte Suprema valutare il ricorso annunciato da Odinga: il massimo tribunale keniano avrà 14 giorni di tempo per dare il proprio giudizio, che sarà definitivo e insindacabile.
Se entrerà in carica, Ruto dovrà affrontare una crisi economica e sociale esacerbata dall’impatto della pandemia da Covid-19 e dall’aumento globale dei prezzi di cibo e carburante. La peggiore siccità degli ultimi 40 anni ha inoltre devastato il nord del Paese, lasciando 4,1 milioni di persone dipendenti dagli aiuti alimentari, mentre i livelli di debito sono saliti alle stelle.