Kenyatta in moschea: «No al fondamentalismo»

di Enrico Casale
Kenyatta in moschea

Uhuru Kenyatta ha compiuto una visita storica in una moschea nel periodo di Ramadan. È la prima volta che un presidente del Kenya si reca in un luogo sacro ai musulmani. Nel suo discorso, Kenyatta ha voluto rinsaldare i rapporti tra la comunità cristiana e quella islamica e ha chiesto ai musulmani di aiutare le autorità nella lotta contro l’estremismo.

Kenyatta si è recato alla moschea Jamia nella capitale, Nairobi, in occasione dell’Iftar, la cena che interrompe il digiuno. Kenyatta ha parlato di unità del Paese e ha affermato che la comunità musulmana «dovrebbe lavorare a stretto contatto con il governo nella lotta alla criminalità e all’estremismo».

«Quando assistiamo alla violenza, questa violenza non è causata da musulmani o da cristiani, ma da criminali. Dobbiamo combattere i criminali perché sono nemici di tutti i keniani, a qualsiasi gruppo appartengano», ha detto Kenyatta.

Negli ultimi anni ci sono stati diversi attacchi effettuati in Kenya dal gruppo militante somalo al-Shabaab. Tra i più letali c’è stato l’assalto a un campus universitario a Garissa nel 2015 in cui morirono 150 persone. A gennaio di quest’anno, almeno 21 persone sono morte in un attacco a un complesso di hotel e uffici a Nairobi.

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