Ha un valore economico pari a 2,3 miliardi di dollari il programma approvato dalla Banca mondiale per aiutare i paesi dell’Africa orientale e meridionale ad affrontare l’insicurezza alimentare. A renderlo noto è stata la stessa istituzione finanziaria internazionale, precisando che i fondi saranno destinati ad aumentare la resilienza dei sistemi alimentari della regione e la sua capacità di affrontare la crescente insicurezza alimentare.
“Garantire il coordinamento regionale nell’affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici, dalla volatilità del mercato e dalla necessità di una riforma della politica alimentare costituiscono priorità chiave”, ha detto Hafez Ghanem, vicepresidente della Banca mondiale per l’Africa orientale e meridionale, in una dichiarazione rilasciata a Nairobi, in Kenya.
Secondo l’istituto di credito, si prevede che entro luglio saranno circa 66,4 milioni le persone che nella regione sperimenteranno uno stress, una crisi, un’emergenza alimentare o una carestia.
Ghanem ha affermato che gli shock del sistema alimentare causati da condizioni meteorologiche estreme, epidemie di parassiti e malattie, instabilità politica e di mercato e conflitti stanno diventando più frequenti e gravi, mettendo più persone a rischio di insicurezza alimentare. La situazione è ulteriormente esacerbata dalla crisi ucraina, che sta sconvolgendo i mercati globali di cibo, carburante e fertilizzanti.
Ghanem ha sottolineato come questa sia la prima operazione regionale e multisettoriale incentrata sulla riduzione del numero di persone con insicurezza alimentare nell’Africa orientale e meridionale aumentando la resilienza dei sistemi alimentari e la preparazione per combattere la crescente insicurezza alimentare.
In particolare, secondo il funzionario della Banca mondiale, la prima fase del programma sosterrà l’Etiopia, dove fino a 22,7 milioni di persone sono in condizioni di insicurezza alimentare a causa della più grave siccità che il paese abbia mai dovuto affrontare, e il Madagascar, dove 7,8 milioni di persone stanno affrontando un’insicurezza alimentare acuta a causa della siccità storica nel sud del Paese. La prima fase sosterrà anche l’Autorità intergovernativa per lo sviluppo (IGAD), che rafforzerà la condivisione di informazioni e dati, e il Centro per il coordinamento della ricerca e dello sviluppo agricolo per l’Africa australe, che sfrutterà le sue reti esistenti e gli strumenti di sensibilizzazione per i meccanismi di coordinamento regionale