Alla scrittura di Mia Couto è spesso applicata la categoria di “realismo magico”, più che mai a ragione per questo romanzo.
«L’ultimo cacciatore» viene inviato da Maputo a un villaggio makonde nel Nord del Mozambico dove leoni fanno strage di umani. Ma nulla è come appare… La narrazione avanza a capitoli alterni – ora il Diario del cacciatore ora la Versione di Mariamar, ossia della giovane donna coprotagonista –, punti di vista rispettivamente “etico” ed “emico”, come direbbe un antropologo. Ne esce un avvincente romanzo di denuncia della condizione femminile. «Un tempo Dio era donna», esordisce il libro, nel quale si scopre che però la donna è diventata zero. Ma c’è sempre una leonessa in agguato…
Sellerio, 2014, pp. 238, € 16,00