La crisi climatica ostacola la battaglia contro la fame

di Enrico Casale
carestia

di Céline Camoin

È un quadro davvero allarmante sullo stato della fame nel mondo quello che traccia l’organizzazione non governativa tedesca Welthungerhilfe nel suo rapporto Global Hunger Index pubblicato nei giorni scorsi. Secondo le previsioni, la crisi climatica sarà un fattore chiave che impedirà al mondo di raggiungere il secondo Obiettivo di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite “Fame Zero” entro il 2030.

In cinque Paesi, di cui quattro in Africa e uno in Medio Oriente, la fame è a un livello allarmante. Si tratta di  Repubblica Centrafricana, Ciad, Repubblica Democratica del Congo, Madagascar e Yemen. In alcuni Paesi mancano dati sufficienti per calcolare un punteggio ma sulla base di altri dati noti, altri quattro Paesi – Burundi, Somalia, Sud Sudan e Siria – sono stati provvisoriamente identificati come allarmanti.

Se l’Asia meridionale fa registrare i livelli più alti di carestia, e il più alto tasso di arresto della crescita infantile e di gran lunga il più alto tasso di deperimento infantile, l’Africa sub-sahariana ha la più alta prevalenza di denutrizione e tasso di mortalità infantile. In altri 35 Paesi, i livelli di fame sono classificati come gravi.

In Africa orientale, Etiopia, Kenya e Somalia stanno vivendo una delle più gravi siccità degli ultimi 40 anni, che minacciano la vita di milioni di persone.

“Il mondo sta affrontando una grave battuta d’arresto negli sforzi per porre fine alla fame”, scrivono i ricercatori della Welthungerhilfe. Il conflitto, la crisi climatica e le conseguenze economiche della pandemia di Covid-19, aggravata dalla guerra in Ucraina, sono i principali fattori di fame, aggravata da fattori alla base della fame, come la disuguaglianza strutturale e le asimmetrie di potere nel sistema alimentare.

Il Rapporto globale sulla fame 2022 stima che 46 Paesi non raggiungeranno nemmeno un basso livello di fame entro il 2030, sulla base dei loro recenti risultati. Decenni di progressi nella lotta alla fame sono attualmente invertiti.

Qualche segnale di progresso si trova tuttavia nel rapporto: dal 2000, i punteggi sulla fame di 32 Paesi sono diminuiti del 50% o più. Sul continente africano, solo tre Paesi sono considerati con un livello di fame basso: l’Algeria, il Marocco e la Tunisia.

La fame è generalmente intesa come riferimento al disagio associato alla mancanza di calorie sufficienti. L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) definisce la deprivazione alimentare, o denutrizione, come il consumo abituale di troppe poche calorie per fornire l’energia alimentare minima necessaria a un individuo per vivere una vita sana e produttiva, dato il sesso, l’età di quella persona, statura e livello di attività fisica.

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