La crisi politica in Senegal, tra rinvio elettorale e tensioni 

di claudia
Macky Sall

di Ernesto Sii

Il Senegal, una nazione spesso celebrata per la sua stabilità democratica in Africa, si trova in una fase critica della sua storia politica. La decisione del presidente Macky Sall di rinviare le elezioni presidenziali, inizialmente previste per la fine di febbraio 2024, al 15 dicembre 2024, ha scatenato una serie di eventi che hanno messo in luce le fragilità del sistema democratico del paese e sollevato preoccupazioni a livello internazionale.

Il 15 febbraio il Consiglio Costituzionale senegalese ha dichiarato nulla – perché contraria alla Costituzione – la legge che rinviava le elezioni presidenziali e ha annullato il decreto del presidente Macky Sall che posticipava il voto.

La decisione del presidente in carica – criticata da più parti ma validata dal parlamento – aveva scatenato manifestazioni di piazza anti-governative, in particolare da parte dei sostenitori di Ousmane Sonko, leader dell’opposizione (nella foto), che erano sfociate in violenti scontri con le forze dell’ordine che avevano seminato decine di feriti e 3 morti, e provocato l’arresto di centinaia di contestatori.

La dichiarazione solenne del Consiglio Costituzionale dà ragione al vasto fronte del mondo politico e della società civile che da giorni rivendicava l’illegittimità della decisione del rinvio delle elezioni voluta dal presidente Macky Sall – un fatto inedito nella storia della repubblica senegalese considerato dall’opposizione “un colpo di stato costituzionale – il cui mandato scadrà il 2 di aprile. L’opposizione ha salutato con toni festosi il pronunciamento del Consiglio Costituzionale.

Il Consiglio ha affermato che è “impossibile” che le elezioni si svolgano nella data originariamente prevista del 25 febbraio – appena 10 giorni di tempo – ma ha esortato le autorità ad organizzarle “il più presto possibile”. La nuova data delle elezioni verrà ufficializzata questa settimana.

La presa di posizione del Consiglio Costituzionale dimostra che il Senegal conserva nelle sue istituzioni democratiche gli anticorpi contro tentazioni autoritarie. Ma restano le ombre sui palazzi del potere che avevano forzato la legge e le regole elettorali. Ma

Il tentativo di posticipare le elezioni e mantenere Sall al potere fino all’insediamento di un nuovo presidente è stata interpretata da molti come un tentativo di calmare il clima politico turbolento, segnato da accuse di corruzione e controversie sulle candidature. Tuttavia, questa decisione ha innescato proteste diffuse, scontri con le forze dell’ordine e una significativa repressione governativa, inclusa la sospensione dell’accesso a Internet mobile e del segnale di Walf TV, una stazione televisiva privata a Dakar. Queste azioni hanno suscitato l’indignazione di organizzazioni internazionali come Reporters Sans Frontières (Rsf) e il Comitato per la Protezione dei Giornalisti (Cpj), che hanno denunciato la limitazione del diritto all’informazione e i rischi per la sicurezza dei giornalisti.

Il contesto di questa crisi è complesso. Una commissione parlamentare ha avviato un’indagine sul processo di selezione dei candidati, esaminando le accuse di corruzione e la legittimità delle esclusioni di figure di opposizione come Karim Wade e Ousmane Sonko, quest’ultimo noto per la sua lotta contro la corruzione e l’influenza francese nel paese. La decisione di rinviare le elezioni, votata quasi all’unanimità dall’Assemblea nazionale, ha polarizzato ulteriormente la società senegalese, dividendo l’opposizione tra chi vede nel rinvio un’opportunità per rettificare il processo elettorale e chi lo denuncia come un attacco alla democrazia.

Le reazioni internazionali non si sono fatte attendere. L’Unione Europea, la Francia, l’Unione Africana e l’Ecowas hanno espresso preoccupazione per la situazione, invitando al dialogo e alla ricerca di una soluzione che rispetti i principi democratici. Queste reazioni sottolineano l’importanza del Senegal come pilastro della democrazia in Africa e la necessità di mantenere la stabilità politica e sociale.

In questo scenario, il presidente Sall ha annunciato l’intenzione di avviare colloqui per garantire elezioni libere, trasparenti e inclusive. Tuttavia, la strada verso il ripristino della fiducia nel processo democratico appare complessa. La crisi attuale non solo mette in discussione la solidità delle istituzioni democratiche senegalesi ma solleva anche interrogativi sulla capacità del paese di navigare attraverso tensioni politiche e sociali senza compromettere i diritti fondamentali dei suoi cittadini.

Il Senegal si trova dunque a un bivio critico. La gestione di questa crisi determinerà non solo il futuro politico del paese ma anche il suo ruolo come modello di democrazia in un continente che affronta sfide politiche e sociali crescenti. La comunità internazionale, pur esprimendo preoccupazione e invitando al dialogo, osserva attentamente, sperando che il Senegal possa superare questa prova mantenendo i suoi principi democratici e la stabilità regionale.

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