di Andrea Spinelli Barrile
Un rapporto pubblicato di recente dall’Istituto francese di relazioni internazionali mostra che la domanda di elettricità in Africa aumenterà del 75% entro il 2030 ma anche che le reti elettriche centralizzate non possono soddisfare pienamente i bisogni crescenti delle popolazioni. I sistemi di generazione di energia ibrida e decentralizzata dovrebbero svolgere un ruolo chiave nello sviluppo dell’accesso all’elettricità nell’Africa subsahariana negli prossimi anni e rappresentano un mercato potenziale di 350 miliardi di dollari entro il 2030.
La capacità installata nell’Africa subsahariana è aumentata negli ultimi decenni, ma rimane molto insufficiente: passando da 68 gigawatt (Gw) del 2005 a 94 Gw del 2014, nell’anno 2018 si è arrivati a 130 Gw. Escluso il Sud Africa, la capacità installata in tutti i paesi della regione ammontava nel 2018 a circa 80 gigawatt (Gw), ovvero quasi la metà di quella della Francia (130 Gw), nonostante la regione dell’Africa subsahariana conti 18 volte più abitanti. Con frequenti interruzioni del servizio (più di 51 ore di interruzione di corrente in media al mese), la bassa affidabilità della fornitura di energia elettrica rappresenta un importante vincolo per l’attività economica nell’Africa subsahariana: le perdite di affari dovute a interruzioni di corrente ammontano in media all’8,5% del fatturato annuo nella regione.
Spinti dal boom del mercato solare e degli accumulatori, stanno emergendo nuove soluzioni innovative per la produzione autonoma di elettricità, come i generatori ibridi. Queste soluzioni combinano un generatore diesel, pannelli solari e un sistema di accumulo, sia per piccole installazioni che per piccole centrali elettriche, fino a 2 megawatt (Mw): questi sistemi ibridi decentralizzati possono fornire elettricità con costi dal 23 al 60% in meno rispetto all’utilizzo di generatori convenzionali. Si tratta di un mercato in forte espansione e con un ottimo potenziale: ai 600 milioni di persone che non hanno accesso all’elettricità in Africa si aggiungono ora i 500 milioni che hanno accesso, ma che devono affrontare una rete inaffidabile o costosa. Il mercato reale di questi sistemi rappresenterebbe quindi 1,1 miliardi di potenziali clienti oggi o 2,1 miliardi tra 30 anni.