A Parigi, tra pochi giorni correrà anche per i suoi fratelli che sono sotto le bombe in Sudan. Il fondista Jamal Abdelmaji Eisa Mohammed, fuggito nel 2003 dalla guerra in Darfur, sua regione natale, nel Sudan occidentale, gareggerà per la squadra olimpica dei rifugiati, che sarà composta da 37 atleti scampati a crisi umanitarie e sostenuti dall’agenzia delle Nazioni Unite Unhcr. Jamal, che compirà 31 anni il 25 agosto, ha trovato ospitalità in Israele, dove vive da più di vent’anni. Nel 2017 ha ottenuto una borsa di studio CIO per atleti rifugiati che gli ha permesso di allenarsi a tempo pieno. Nel 2019 è stato uno dei sei membri del Team degli Atleti Rifugiati ai Campionati del Mondo di Atletica a Doha. È arrivato 17° su 20 nella gara dei 5000m. La stessa gara ricordata anche per lo spettacolare atto di sportività di Braima Suncar Dabo (Guinea Bissau) che ha accompagnato lo sfinito Jonathan Busby (Aruba) fino al vicino traguardo. Il suo costante miglioramento ha fatto sì che si qualificasse alle prossimi Giochi Olimpici (26 luglio 2024 – 11 agosto 2024), dove è atteso per le gare dei 1500 metri, cinque e dieci chilometri su strada. “Ce la metterò tutta per rendere orgogliosa la mia famiglia che è rimasta in Sudan e che da oltre un anno vive l’incubo di una nuova guerra civile”. Saranno in tanti a fare il tifo per lui: correre a Parigi sarà in ogni caso una vittoria.
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