Sorpresa a Parigi. La Confederazione del calcio africano ha preso la decisione estremamente rara di ripetere la finale di Champions League giocata lo scorso 31 maggio. L’incontro tra l’Esperance di Tunisi e il Wydad Casablanca si svolgerà su un terreno neutrale dopo la Coppa d’Africa 2019. “La data è ancora da programmare”, ha affermato un portavoce del CAF, leggendo una dichiarazione che ha scatenato la gioia dei marocchini e la rabbia dei tunisini. “Le condizioni di gioco e sicurezza non sono state soddisfatte durante la gara di ritorno, impedendo che la partita finisse. Di conseguenza, il match deve essere ripetuto al di fuori dei confini tunisini”, ha concluso il membro del CAF.
Sebbene il trofeo sia già stato sollevato dall’Esperance e posato nella bacheca della squadra, il Comitato Esecutivo della competizione ha anche chiesto che venga restituito, così come le medaglie assegnate ai giocatori. Le discussioni all’interno del Comitato Esecutivo sono state molto più lunghe del previsto. La sessione è infatti iniziata il 4 giugno a mezzogiorno. Poi, dopo una pausa di 24 ore, a causa del Congresso della Federazione Internazionale di Calcio, è tornato a riunirsi il pomeriggio del 5 giugno.
E mentre il mondo dello sport reagisce con stupore alla decisione del comitato, da alcune testate africane escono nuovi particolari destinati a far gonfiare il caso. La settimana prima della finale della competizione continentale, una pubblicazione marocchina, Morocco World News, ha riferito che il presidente della CAF, Ahmad, ha affermato di essere stato minacciato “di fronte a testimoni” dal Presidente dell’Esperance.
Le opinioni del numero uno del CAF sulla ripetizione erano già note, “qualora qualcuno abbia dubbi sulla legittimità del Goal del Wydad, gli suggerisco di cambiare il suo hobby e smettere di guardare il calcio”, le parole di Ahmad a Stad’Afric. Ed è forse stata proprio la presa di posizione del malgascio a guida del CAF ad aver fatto pendere la bilancia verso la ripetizione della partita.