La Francia, che ha 5.000 soldati dispiegati nel Sahel, riprenderà le sue operazioni congiunte con le forze armate del Mali, dopo aver sospeso la sua cooperazione bilaterale a seguito del colpo di Stato in Mali a maggio. Ad annunciarlo, il ministero della Difesa francese.
“A seguito delle consultazioni con le autorità di transizione maliane e i Paesi della regione, la Francia prende atto degli impegni delle autorità di transizione maliane” approvati dalla Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale e “ha deciso di riprendere le operazioni militari congiunte nonché missioni consultive nazionali, sospese dal 3 giugno”, ha annunciato Parigi in un comunicato stampa.
La Francia, è scritto nel comunicato, rimane “pienamente impegnata”, con i suoi alleati europei e americani, al fianco dei Paesi del Sahel e delle missioni internazionali per combattere i gruppi jihadisti che sono diffusi nel Sahel.
Il presidente Emmanuel Macron ha recentemente annunciato il graduale disimpegno della Francia dal Sahel. La forza antijihadista francese Barkhane (5.100 uomini al momento) scomparirà a favore di una nuova missione incentrata sulla lotta al terrorismo e sul supporto nella lotta agli eserciti locali.
Ma “questa trasformazione non significa lasciare il Sahel, né che rallenteremo le nostre operazioni di antiterrorismo” nella regione, ha affermato venerdì il ministro della Difesa, Florence Parly.
Per ridurre la propria presenza nel Sahel, la Francia conta molto sull’organizzazione di un contingente di forze speciali europee (Takuba), creato su iniziativa di Parigi, per accompagnare le unità maliane in combattimento. Takuba oggi riunisce 600 uomini: metà francesi, gli altri estoni, cechi, svedesi e italiani. Anche la Romania si è impegnata a partecipare.