La globalizzazione difficile, di Mario Giro

di AFRICA

Se in Africa il futuro è sinonimo di speranza, in Occidente è un’incognita fonte di apprensioni. Inquietano l’incertezza del lavoro, la spietata economia finanziaria, la globalizzazione che sbriciola i valori tradizionali e annienta le diversità, i fragili equilibri internazionali, la politica incapace di gestire il fenomeno migratorio, la percezione di perenne insicurezza alimentata dal terrorismo jihadista, i rigurgiti nazionalisti e xenofobi che attraversano l’Occidente e che minano l’integrazione europea. Il crollo delle ideologie ha spazzato via appigli, certezze, punti di riferimento. Siamo intimoriti di fronte alle sfide dei nostri tempi, spaesati davanti ai mutamenti epocali che scuotono le società. Difficile non smarrirsi o vincere la tentazione di ripiegarsi su se stessi.

Questo libro è una preziosa bussola per orientarsi nel mondo in cui viviamo, alle prese con le straordinarie opportunità portate dalle nuove tecnologie, al contempo insidiato da crescenti tensioni e sperequazioni sociali che minacciano la stabilità e lo sviluppo. A decifrare i repentini cambiamenti e i complessi fenomeni che interessano noi tutti è l’analisi lucida e mai scontata di Mario Giro, 60 anni, esperto di Africa e mediazioni, membro della Comunità di Sant’Egidio, già viceministro degli esteri nei Governi Renzi e Gentiloni (l’unico esponente di spicco di quella maggioranza che ebbe l’ardire di criticare pubblicamente la politica migratoria dell’ex ministro degli Interni, Marco Minniti), una vita spesa a tentare di riconciliare popoli e fazioni in guerra, fedele al motto che da sempre lo ispira: “La pace non si impone, si compone”.

Mondadori, pp. 148, € 12,00

(Marco Trovato)

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