La guerra non si ferma per i bambini soldato

di Enrico Casale
rilasciati 350 bambini soldato nella Repubblica centrafricana

Più di 8.500 ragazzi e ragazze sono stati usati come soldati nel 2021 in Africa e in altri continenti. È quanto risulta da un rapporto pubblicato dalle Nazioni Unite sul fenomeno dei bambini soldato. Una tragedia che viene ricordata oggi, 12 febbraio, nella Giornata mondiale contro i bambini soldato.

di Enrico Casale

Le guerre combattute da decenni in molte parti del mondo richiedono sempre nuovi soldati, così molti minori vengono rapiti da scuole e villaggi e trasformati in combattenti. I ragazzini sono utilizzati in prima linea ma anche come messaggeri, spie e le ragazzine sono reclutate per fini sessuali, matrimoni forzati o compiere attentati suicidi. I minori sono sottoposti a violenze di ogni tipo, per piegarne la volontà: peraltro, i bambini possono essere facilmente indottrinati e trasformati in spietati assassini, dato anche che per sparare con un mitra non ci vuole la forza fisica di un adulto.

Secondo il rapporto Onu, 8.521 bambini sono stati usati come soldati l’anno scorso, 2.674 di essi sono stati uccisi e 5.748 feriti in vari conflitti. Secondo un nuovo rapporto del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef), l’Africa occidentale e centrale sono le regioni con il maggior numero di bambini soldato al mondo, nonché con il maggior numero di vittime minorenni di violenze sessuali. Dal 2016, più di 21.000 bambini sono stati reclutati dalle forze governative e dai gruppi armati. Secondo l’Unicef, negli ultimi cinque anni, più di 2.200 bambini sono stati accertati come vittime di violenza sessuale, circa 3.500 sono stati rapiti e si sono registrati 1.500 attacchi a scuole e ospedali.

Complessivamente, l’agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia ha affermato che oltre 57 milioni di bambini nell’Africa occidentale e centrale hanno bisogno di assistenza umanitaria, un numero che è raddoppiato rispetto allo scorso anno a causa del conflitto e della pandemia di Covid-19.

Marie-Pierre Poirier, direttore regionale dell’Unicef per l’Africa occidentale e centrale ha commentato: “Le gravi violazioni dei diritti dei bambini perpetrate dalle parti in conflitto sono inaccettabili. Hanno un impatto negativo sulla loro capacità di apprendere, lavorare, costruire relazioni significative e contribuire allo sviluppo delle loro comunità e Paesi”. L’Unicef ha affermato di aver bisogno di più di 92 milioni di dollari per proteggere i bambini in situazioni di emergenza in tutta l’Africa occidentale e centrale, più della metà dei quali non è ancora finanziata.

Anche il Sahel, la regione semiarida che si estende dal Nord del Senegal attraverso parti di Mauritania, Mali, Burkina Faso, Niger, Nigeria, Ciad, e in Sudan ed Eritrea, ha visto negli ultimi anni un picco di violenza che hanno colpito i più piccoli. Diversi Paesi del Sahel sono stati coinvolti in conflitti tra eserciti nazionali, partner internazionali e milizie locali. In Burkina Faso, nell’ultimo anno è salito il reclutamento di minori da parte di gruppi armati. Lo stesso vale per il Mali che dal 2012 vive una profonda instabilità che si è poi estesa ai vicina Mauritania, Niger e Burkina Faso. I bambini associati ai gruppi armati sono spesso esposti a livelli di violenza insopportabili. L’Onu ha chiesto alle parti in conflitto di prevenire e porre fine alle violazioni contro i bambini e di perseguire i colpevoli. Ha inoltre esortato i gruppi di aiuto ad aumentare la documentazione delle violazioni e ad adoperarsi per prevenirle e rispondere a esse. rapporto Onu, 8.521 bambini sono stati usati come soldati l’anno scorso, 2.674 di essi sono stati uccisi e 5.748 feriti in vari conflitti.

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