Le celebrazioni del 42esimo anniversario del golpe che portò al potere in Guinea Equatoriale Teodoro Obiang, oggi il leader africano più longevo, sono state presiedute interamente, per la prima volta nella storia del piccolo Paese africano, dal figlio di Obiang, Teodorin Nguema Obiang Mangue, vicepresidente e ministro della Difesa.
La marcia e gli onori militari, organizzati dal governo a Malabo per l’anniversario, si sono svolti interamente di fronte al rampollo di casa Obiang, seduto su un trono dorato in abiti occidentali, che nella stessa mattina aveva pubblicato sul suo account Instagram una foto di sé seduto su quello stesso trono. Le manifestazioni pubbliche si sono tenute dopo una riunione del cosiddetto “clan di Mongomo”, la cerchia di parenti più stretti e dei collaboratori più fidati di Obiang.
Nella simbologia di Stato si tratta di una sorta di incoronazione ufficiale per Nguema, che da anni è annunciato come “erede al trono” del padre ma i cui guai giudiziari internazionali ne hanno rallentato molto l’ascesa politica. La scorsa settimana la Cassazione francese lo ha definitivamente condannato a 3 anni di reclusione, 21 milioni di euro di multa e alla restituzione di 150 milioni di euro di fondi pubblici frodati in Guinea Equatoriale e riciclati in Francia in appartamenti, automobili, quadri, beni di lusso. Un processo simile si era tenuto negli Stati Uniti anni fa, per cui Nguema patteggiò una condanna per riciclaggio con un risarcimento milionario, mai pagato, e un altro è in corso in Svizzera, dove un aereo della compagnia di bandiera guineana è ancora sequestrato in un hangar di Losanna.
Teodoro Obiang Nguema Mbasogo è oggi il leader africano più longevo attualmente al potere, il secondo più longevo nella storia del continente dopo Muammar Gheddafi. Salì al potere il 3 agosto 1979 quando, alla guida di un manipolo di militari, detronizzò suo zio, Macias Nguema, primo presidente della Guinea Equatoriale indipendente dalla Spagna, dal 1968 al 1979. Nel 1972 Macias si fece nominare “presidente a vita” aumentando l’autoritarismo: nel 1979 Macias non riuscì ad opporsi alla ribellione guidata dal nipote 37enne. Obiang ne prese il potere e lo sottopose ad un processo sommario con 101 accuse di genocidio, deportazione e rapina: condannato a morte, Macias Nguema fu giustiziato il 29 settembre 1979 tramite fucilazione. Nessun soldato guineano si propose come boia volontario per timore che lo spirito di Macias potesse perseguitarlo e fu quindi assoldato un plotone di marocchini mercenari per eseguire la condanna.