La Liberia si impegna a lottare contro la tratta di esseri umani

di claudia

Il Commissario Generale del Servizio immigrazione della Liberia (Lis), Robert W. Budy, ha definito la tratta di esseri umani “un grave crimine” e una “minaccia alla sicurezza nazionale e allo stato di diritto”. Budy ha fatto queste affermazioni nel fine settimana, intervenendo alla celebrazione della Giornata mondiale contro la tratta di esseri umani tenutasi nella città di Buchanan, nella contea di Grand Bassa.

La comunità internazionale è impegnata nella lotta contro la tratta, ha detto Budy, ma è necessario fare ancora di più per sradicare “questo crimine internazionale organizzato”, che colpisce anche la Liberia, che è stata spesso usata come un Paese di transito.

La Lis con l’assistenza dell’Unhcr ha modificato alcune disposizioni della legge sugli stranieri e sulla nazionalità della Liberia proprio per contrastare il traffico di esseri umani. Per esempio, sono state inasprite le pene. Oggi un trafficante è chiamato a pagare una multa di 3000 dollari americani o a scontare una pena detentiva non inferiore a sei anni se ritenuto colpevole dal tribunale. “La Lis, come componente della task force nazionale contro la tratta di esseri umani, ha ottenuto alcuni progressi e continua a compiere tutti gli sforzi, inclusa l’attuazione di meccanismi e strategie volti a combattere la tratta nel Paese”, ha detto. “La tratta di esseri umani può essere prevenuta, fermata e sradicata attraverso campagne di sensibilizzazione, educazione e advocacy supportate dall’applicazione vigorosa della legge sulla tratta di esseri umani e dal perseguimento dei casi”.

Alla giornata è intervenuto anche il ministro del Lavoro Charles H. Gibson che ha, dal canto suo, assicurato ai partner locali e internazionali che la Liberia non sarà più utilizzata come punto di transito o corridoio per il traffico di persone verso altre parti del mondo, osservando che la task force è determinata e impegnata.
Gibson ha detto che c’è una squadra di avvocati attualmente assunti dalla task force nazionale ed è impegnata nel perseguire tutti i possibili trafficanti e casi di tratta. “Questa volta, la task force è determinata a garantire che tutti i casi di tratta finiscano in prima udienza come mezzo per impedire ai trafficanti di presentare ricorso. Questo crimine deve finire e noi dobbiamo lavorare per far sì che si fermi”. Ha sottolineato inoltre che il traffico di esseri umani non è compiuto solo da stranieri. E ha citato al riguardo il caso di una giovane donna liberiana portata in Asia da membri della famiglia attraverso una rete di trafficanti sponsorizzata da una donna liberiana residente negli Stati Uniti.

La ragazza, che all’epoca aveva 13 anni, è riuscita a rientrare in Liberia tre anni dopo e adesso è una testimonial nella campagna di sensibilizzazione contro la tratta.

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